Diabete 2, l’antiaggregante meglio in due somministrazioni
Nei soggetti con diabete di tipo 2 ad alto rischio, l’inibizione piastrinica esercitata dall’acido acetilsalicilico (Asa) è potenziata se lo stesso basso dosaggio viene somministrato due volte al giorno (bid) piuttosto che una sola volta al giorno (od); ulteriori studi dovranno confermare se questi risultati laboratoristici potranno migliorare gli outcome clinici dei pazienti. Sono le conclusioni di Gaila Spectre, dell’Ospedale universitario Karolinska di Stoccolma, e collaboratori, autori di uno studio randomizzato incrociato in cui sono stati confrontati – in 25 pazienti con diabete di tipo 2 e complicanze micro- e macrovascolari – tre diversi trattamenti (della durata di 2 settimane ciascuno) basati su 75 mg di Asa od, 75 mg di Asa bid o 320 mg di Asa od. Le risposte piastriniche sono state valutate mediante aggregometria a impedenza (Wba) e il test Impact-R su sangue intero, l’aggregometria a trasmissione di luce su sangue ricco di piastrine (Lta) e il dosaggio urinario dell’11-diidro-trombossano B2 (TxM). L’Asa 75 mg bid ha diminuito l’aggregazione piastrinica indotta dall’acido arachidonico (misurata mediante Wba) in modo maggiore rispetto all’Asa 75 mg od o 320 mg od. Le risposte Wba al collagene sono risultate similmente attenuate dall’Asa bid o ad alto dosaggio. L’Impact-R ha mostrato una migliore risposta all’Asa 75 mg bid rispetto al 75 mg od, ma non al 320 mg od. L’aggregazione indotta dall’acido arachidonico valutata mediante Lta è risultata <6,5% in tutti i casi, senza differenze tra i vari dosaggi di Asa. Il TxM si è ridotto dopo la somministrazione di 320 mg di Asa od, ma non di 75 mg bid. I reticolociti sono apparsi altamente correlati con il volume piastrinico medio. Entrambi i marker di turnover piastrinico sono risultati correlati all’aggregazione indotta da acido arachidonico (Wba), ma nessuno dei due ha permesso di identificare i pazienti che beneficiavano dal dosaggio bid in modo affidabile.
Thromb Haemost, 2011; 106(3):491-9