Sorveglianza attiva sostituisce il trattamento in alcuni uomini

28 Giu 2005 Oncologia

Una strategia basata sulla sorveglianza attiva costituisce un approccio praticabile per la gestione dei tumori prostatici precoci a basso rischio.
La sorveglianza attiva differisce dal cosiddetto “monitoraggio vigile” nel fatto che essa applica il trattamento radicale per la progressione biochimica, piuttosto che un trattamento palliativo per la progressione sintomatica.
Il tumore prostatico ? la sola neoplasia umana che ? curabile ma che di solito non necessita di essere curata: la sfida per la sua gestione nelle forme precoci consiste nel distinguere i pazienti con tumori clinicamente rilevanti da quelli la cui malattia ? destinata ad essere un mero fenomeno istologico incidentale.
Il periodo di raddoppiamento tipico del PSA ? pari a 12 anni, il che suggerisce un decorso indolente della malattia nella maggior parte dei pazienti.
Bench? la mortalit? da tumore prostatico a lungo termine associata alla sorveglianza attiva in uomini giovani e sani con tumore prostatico a basso rischio sia fondamentalmente sconosciuta, nel peggiore dei casi essa sarebbe dello stesso livello di quella associata al monitoraggio vigile negli stessi pazienti.
(BlU lnt 2005; 95: 956-60)

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