Decreto Bersani: le farmacie proclamano lo stato di agitazione e chiedono un inc
Federfarma stigmatizza duramente il fatto che le misure siano state varate, dopo un blitz notturno, senza la concertazione preannunciata pi? volte dallo stesso Presidente del Consiglio e senza tenere minimamente conto delle proposte formulate dai farmacisti per migliorare il servizio e ridurre i costi a carico dei cittadini. Tali proposte avevano ricevuto, gi? in campagna elettorale, l?apprezzamento dell?attuale Presidente del Consiglio, del Ministro della salute e del Ministro per l?attuazione del programma che oggi da atto del positivo confronto avviato in campagna elettorale.
Particolarmente grave appare l?utilizzo di un decreto-legge per modificare norme strutturali che servono a tutelare la salute dei cittadini e la cui importanza ? stata confermata di recente dalla Corte Costituzionale. Il decreto, infatti, consente alle multinazionali della distribuzione intermedia del farmaco di gestire farmacie, nonostante la Corte Costituzionale abbia affermato che tale commistione di attivit? genera un conflitto di interessi pericoloso per la salute pubblica. Ma evidentemente il conflitto di interessi e la difesa della Costituzione valgono solo quando fanno comodo.
Stesso discorso anche per il richiamo all?Europa e all?esigenza di rispondere ai rilievi formulati dalla Commissione Europea. Appare singolare lo zelo e la tempestivit? con i quali si tenta di accontentare Bruxelles nell?introdurre norme che trasformeranno la dispensazione di farmaci in un?attivit? prettamente commerciale, mentre da anni vengono disattese le norme europee che impongono il rispetto dei tempi di pagamento alle farmacie da parte delle ASL.
Paradossalmente, per fare ancora pi? in fretta e mettere al riparo le multinazionali dai rilievi della Corte Costituzionale, il decreto modifica oggi una norma che non ? ancora entrata in vigore?
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