Artrite reumatoide: rischio aterosclerotico e criteri diagnostici

L’evidenza che i soggetti affetti da Artrite Reumatoide (AR) siano pi? esposti a morte cardiovascolare precoce, indipendentemente dai rischi specifici, ripropone l’attenzione sull’infiammazione quale causa aggiuntiva nel processo di aterogenesi in questi pazienti. E’ noto che nell’AR una terapia efficace richiede una diagnosi precoce e un altrettanto precoce trattamento con farmaci che modificano l’evoluzione della malattia ( DMARDs ). Questo permette di ottenere effetti significativi che incidono, a lungo termine, su morbilit? e mortalit?. L’impiego di criteri clinici da parte del MMG potrebbe facilitare il sospetto di AR e il tempestivo invio allo specialista reumatologo per la conferma diagnostica e l’inizio del trattamento che permette esiti favorevoli a lungo termine in una malattia in cui, fin dal suo esordio, ? presente un aumentato rischio aterosclerotico.
AR e aterosclerosi
In uno studio caso-controllo pubblicato sugli Annals of Internal Medicine gli autori forniscono interessanti indicazioni e nuove evidenze sui rischi cardiovascolari indotti dall’attivit? infiammatoria, anche in fase iniziale di malattia. L’analisi di 98 pazienti consecutivi e 98 controlli con un’et? media di 48 anni, valutati per il rischio cardiovascolare e con ecografia carotidea ha evidenziato, nonostante un favorevole profilo di rischio, che le placche aterosclerotiche carotidee erano presenti nel 44% dei soggetti affetti da AR rispetto al 15% dei controlli (p< 0,001). La correlazione tra AR e placca carotidea persisteva anche dopo aver considerato et?, livelli di colesterolo, fumo e presenza di ipertensione. Il valore di prevalenza predetto nel gruppo AR era 38,5% (IC 95%: 25,4 ? 53,5) e nei controlli 7,4% (IC 95%: 3,4 ? 15,2). I fattori indipendenti predittivi di placca erano l'et? (p<0.001), il fumo (p<0.014) e l'AR, considerando l'uso di inibitori del TNF (tumor necrosis factor) come un possibile marker di gravit? della malattia. Lo studio infine non ha dimostrato correlazione tra mediatori dell'infiammazione e placca, ma gli indici di flogosi sono stati valutati un'unica volta.
Questo dato e l’impianto stesso dello studio (cross-sectional) rappresentano i suoi limiti pi? evidenti. Pertanto gli autori possono affermare che la placca aterosclerotica a livello carotideo ? pi? frequente nei soggetti con AR rispetto ai controlli, ma non possono dimostrare che l’AR accelera il processo aterosclerotico. Al momento questo meccanismo rimane sconosciuto e potr? essere l’obiettivo di futuri trial clinici orientati a chiarire la relazione tra flogosi e aterosclerosi.
AR e criteri diagnostici
In un contesto di malattia precocemente evolutiva ad interessamento sistemico la diagnosi precoce di AR ? ancor di pi? cruciale per un’efficace gestione condivisa tra MMG e Reumatologo. A questo proposito lo studio di revisione di P Emery dell’Universit? di Leeds ha proposto dei criteri clinici per facilitare il MMG nell’invio allo specialista reumatologo dei nuovi casi di AR in stadio di attivit? infiammatoria iniziale. I criteri sono stati derivati da un’analisi delle conoscenze mediche in materia di tempestivit? di diagnosi, sintomi, trattamento e fattori prognostici della AR. Dall’analisi di revisione sono emerse forti evidenze a supporto dell’osservazione che il danno strutturale si instaura in fase precoce di malattia attiva. Su questa base ? corretto il rapido invio al reumatologo ogni qualvolta c’? un sospetto di AR. Questo sospetto ? motivato dai seguenti criteri:
? Tumefazione di 3 o pi? articolazioni
? Coinvolgimento delle articolazioni meta-tarsofalangee/meta-carpofalangee
? Rigidit? mattutina ≥ 30 minuti
Quindi l’osservazione attenta del paziente con AR pu? migliorare la diagnosi, permette di identificare i soggetti a maggior rischio di evolutivit? e spingere il MMG ad iniziare terapie specifiche orientate al miglioramento della prognosi di una malattia in cui l’infiammazione potrebbe essere coinvolta nel determinare un maggior rischio aggiuntivo cardiovascolare.

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