Un Ddl per tutelare mamma e nascituro
”Il provvedimento – ha spiegato il Ministro Turco – ? nato dalla convinzione che la promozione della salute materno-infantile sia un obiettivo prioritario da perseguire a livello nazionale per i riflessi positivi che produce sulla qualit? della vita delle donne e dei loro bambini e, di conseguenza, sulla salute della popolazione complessiva?. Il decreto, ha poi proseguito il Ministro, nasce dalla consapevolezza delle molte criticit? da affrontare per realizzare una piena tutela della salute materno-infantile, quali la diminuzione drastica della natalit? (nel 1960 i nati erano circa un milione, nel 2005 sono passati a 569 mila), l’aumento dell’et? media della donna per la nascita del primo figlio, il limitato livello di informazione e le differenze territoriali e sociali d’accesso ai servizi che non permettono alla donna di vivere con piena consapevolezza la gravidanza, il parto e il puerperio. Tuttavia si pu? osservare come si sia giunti a questa conclusione anche sulla spinta dei dati relativi al ricorso al cesareo in Italia, molto pi? frequente rispetto alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanit?, che in Regioni quali Campania e Basilicata sfiorava il 60 per cento dei casi.
Intesa con le Regioni
Il Ddl – informa una nota del Ministero – prevede una specifica intesa con le Regioni per la realizzazione in modo concertato delle finalit? in esso indicate e demanda al Cipe, su proposta del Ministro della salute e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, il compito di destinare le risorse necessarie al raggiungimento degli scopi. In particolare il disegno di legge, in coerenza con gli obiettivi fissati dal Progetto-obiettivo Materno Infantile e con il Piano sanitario nazionale 2006-2008, si propone di tutelare i diritti e la salute della gestante e del neonato promuovendo un’appropriata assistenza all’interno del percorso nascita da parte del Servizio Sanitario Nazionale, nell’ambito dei livelli essenziali d’assistenza, tramite l’integrazione dei servizi territoriali ed ospedalieri e la valorizzazione dei consultori. Per questo, il Ddl prevede diversi interventi, come quelli per promuovere la conoscenza delle modalit? di assistenza, delle pratiche socio-sanitarie e delle modalit? per il controllo del dolore nel travaglio-parto, comprese le tecniche che prevedono il ricorso ad anestesie locali avanzate e di tipo epidurale.
Agire sui fattori di rischio riconosciuti
Il provvedimento, infine, non si concentra esclusivamente sul momento del parto, ma punta a ridurre i fattori di rischio di malattia del nascituro, pre e post concezionali, attraverso appropriati interventi preventivi, nonch? a favorire il parto fisiologico e a promuovere l’appropriatezza degli interventi al fine di ridurre il ricorso al parto cesareo. Altre priorit?: promuovere l’allattamento al seno, secondo le raccomandazioni dell’Oms e dell’Unicef, e contrastare le disparit? territoriali e sociali d’accesso ai servizi per la tutela materno-infantile anche per la popolazione immigrata. Previste anche la dimissione precoce, protetta ed appropriata della partoriente e del neonato, nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata, e l’organizzazione dell’offerta sul territorio attraverso le Unit? territoriali di assistenza primaria e i centri regionali di assistenza al bambino.
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