Terapia dell’osteoporosi

Nella cura della patologia osteoporotica, di recente ? stata posta sempre pi? attenzione alle modalit? di somministrazione della terapia, dal momento che quest’ultima dovr? essere presumibilmente, nella maggior parte dei casi, assunta per diversi anni. La somministrazione settimanale dei bifosfonati ha dimostrato una superiore convenienza d’uso rispetto a quella giornaliera. Un recente studio effettuato su 250 pazienti dimostra come la formulazione mensile di tali farmaci, che non presenta una documentata efficacia sui siti non-vertebrali e femorali, non viene preferita dalle pazienti rispetto a quella settimanale che presenta invece un documentato profilo di efficacia completa. Infatti la maggioranza delle 250 pazienti dello studio preferiva la formulazione settimanale con comprovata efficacia su vertebre ed anca (82% di preferenza, p<0.001).
Infatti bisogna ricordare come l’efficacia antifratturativa sia diversa tra i bifosfonati, che pur appartenendo alla stessa classe farmacologica, sono molecole differenti ed in modo differente agiscono sull’osso. Le differenze sono nella rapidit? d’azione, nella frequenza di comparsa di eventi avversi, nella capacit? di ridurre il rischio di frattura in pi? siti anatomici. Infatti, tra i bifosfonati di ultima generazione, l’Ibandronato non ha dimostrato di ridurre le fratture non vertebrali e femorali e per questo non ha ricevuto l’indicazione per la prevenzione delle fratture di femore dalle autorit? regolatorie, mentre Risedronato ed Alendronato hanno dimostrato di ridurre il rischio di tutte le fratture osteoporotiche (vertebrali, non-vertebrali e femorali).
Questo semplice, ma rigoroso studio mostra come la preferenza terapeutica dal punto di vista del paziente ? un argomento in s? piuttosto complesso e dipendente da numerosi parametri, tra i quali l’efficacia ? plausibilmente uno dei pi? importanti.

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