Dieci biomarcatori contribuiscono moderatamente alla previsione degli eventi car

Dieci comuni biomarcatori contemporanei che hanno attirato l’attenzione quali possibili fattori predittivi di rischio cardiovascolare di fatto non aggiungono molto ai fattori di rischio tradizionali per la valutazione del rischio di eventi cardiovascolari futuri in soggetti sani. I marcatori in questione comprendono CRP, BNP, peptide natriuretico proatriale N-terminale, aldosterone, renina, fibrinogeno, D-dimero, inibitore dell’attivatore del plasminogeno di tipo I, omocisteina e rapporto urinario albumina/creatinina. Anche in combinazione, questi 10 biomarcatori presentano una capacit? predittiva solo modesta in aggiunta ai fattori di rischio cardiovascolare tradizionali per il singolo paziente, e pertanto non ? conveniente praticarne uno screening sull’intera popolazione. Queste conclusioni comunque non riguardano i soggetti gi? cardiopatici, e non escludono che questi biomarcatori possano essere utili in gruppi selezionati, come i pazienti a medio rischio. (N Engl J Med. 2006; 355: 2631-9 e 2615-7)

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