Iperglicemia: una crisi globale
Il diabete mellito insieme a fumo, ipertensione arteriosa e dislipidemia rappresenta uno dei fattori di rischio pi? importante per malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. Ha un peso significativo nel determinismo di queste patologie al punto che, ad esempio, ? noto che il soggetto diabetico ha un rischio quasi doppio rispetto al soggetto sano di sviluppare infarto miocardico e si ritiene che per questi pazienti il rischio ? sovrapponibile a quello di individui che hanno gi? avuto un primo infarto. Per tale motivo le misure di prevenzione della cardiopatia ischemica sono pi? rigide in questa popolazione e si ritiene che siano assimilabili ad una cosiddetta prevenzione secondaria anche in coloro che non hanno gi? avuto eventi cardiovascolari o cerebro vascolari.
Una recente ampia analisi di popolazione pubblicata sulla rivista Lancet ha evidenziato come, non soltanto una condizione di diabete conclamato, bens? anche una glicemia superiore a quella definita ottimale costituisce universalmente un importante elemento predisponente per mortalit? cardiovascolare e per ictus.
Sono stati innanzitutto determinati i valori definiti ottimali di glicemia nelle popolazioni sparse nei principali continenti in ben 52 nazioni differenti (vedi tabella 2, pag 1654, Media standardizzata per et? di glicemia plasmatica a digiuno in mmol/L per sesso e regione). E’ stato possibile calcolare che nel corso dell’anno 2001 a fronte di 960.000 morti totali nel mondo attribuibili a diabete mellito, oltre due milioni di morti sono state causate da livelli di glicemia superiori alla norma, ovvero che non raggiungono i valori di riferimento per essere considerati caratteristici del diabete.
Viene riportato sulla pubblicazione del Lancet che il 21% di tutte le morti per causa cardiovascolare ed il 13% di tutte le morti per ictus sono attribuibili ad una glicemia superiore a quella ottimale, la maggior parte delle prime ha interessato soggetti di et? superiore a 70 anni, con una maggiore frequenza in Asia meridionale, seguita da Europa ed Asia centrale. La maggior parte di decessi ascrivibili a diabete ? stata rilevata in Asia orientale e nella regione del Pacifico, invece, la gran parte di morti dovute a ictus correlato a glicemia superiore all’ottimale ? stata registrata in Asia meridionale, Medio oriente e Africa settentrionale.
L’evidenza che una su cinque morti per cardiopatia ischemica (21%) e una su otto (13%) per ictus nel mondo siano attribuibili a condizioni di glicemia superiori a quelle ottimali ha portato a considerare che tale situazione abbia un peso superiore a quello del fumo (12%), ma inferiore a ipercolesterolemia (45%) ed ipertensione arteriosa (47%) per le coronaropatie e superiore al fumo (8%), uguale ad ipercolesterolemia (13%) ed inferiore ad ipertensione arteriosa (54%) per l’ictus.
In considerazione del fatto che i livelli di glicemia nella popolazione mondiale, condizionati da fattori genetici, ma anche ambientali come soprattutto dieta ed aumento del peso corporeo, mostrano un costante trend in crescita, si pu? giustamente definire questa come una ?crisi globale?, come riportato nel commento sullo stesso numero della rivista a firma di Avendano e Mackenbach di Rotterdam. Essi sottolineano l’importanza di intensificare strategie di prevenzione nella popolazione generale rivolte al controllo e alla riduzione della glicemia, basate non soltanto su interventi di terapia farmacologica, ma soprattutto su programmi di correzion dello stile di vita. Questi interventi sul ?lifestyle? devono essere pi? precoci, in quanto risultano spesso molto efficaci, come ? anche riportato in alcuni studi citati, ove viene segnalato che tali misure prevengono la progressione verso il diabete conclamato almeno del 58% e ne ritardano di quasi 11 anni la comparsa in soggetti ad elevato rischio, come quelli con segni di alterata tolleranza glucidica.
Fonti
– Goodarz Danaei, Carlene M M Lawes, Stephen Vander Hoorn, Christopher J L Murray, Majid Ezzati.Global and regional mortality from ischaemic heart disease and stroke attributable to higher-than-optimum blood glucose concentration: comparative risk assessment. Lancet 2006; 368: 1651?59
– Mauricio Avendano, J P Mackenbach. Blood glucose levels: facing a global crisis. Lancet 2006;368: 1631,1632
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