Pi? longevi con la mianserina

L?elisir di lunga vita esiste gi? ed ? un ben noto antidepressivo. O almeno ? quello che sostengono i ricercatori dell?Howard Hughes Medical Institute di Seattle, negli Stati Uniti, che hanno condotto uno studio che dimostrerebbe la capacit? della mianserina di allungare la vita di quasi un terzo. L?effetto miracoloso in realt? ? stato osservato solo in un piccolo verme del genere dei nematodi, Caenorhabditis elegans, ma questo ? stato sufficiente per mandare in fermento il mondo scientifico. Gli stessi ricercatori statunitensi, del resto, non hanno nascosto di puntare a trarne conclusioni interessanti anche per l?uomo.
L?individuazione di una sostanza in grado di allungare l?esistenza ? l?obiettivo di molti scienziati che si occupano dello studio dell?invecchiamento, e infatti anche i ricercatori di Seattle hanno valutato l?effetto di diverse molecole sulla durata della vita del nematode, arrivando a sperimentare ben 88.000 sostanze chimiche diverse prima di riuscire a prolungare la breve vita del verme da sei a otto settimane grazie alla mianserina.
Nell?uomo questo farmaco dalla spiccata attivit? antistaminica agisce sul tono dell?umore, potenziando la trasmissione noradrenergica e serotoninergica. In questo caso, per?, non ? stata la felicit? ad allungare la vita del nematode. ?Un?ipotesi ? che l’antidepressivo abbia avuto lo stesso effetto della restrizione calorica, che in molti animali ? il principale se non unico fattore conosciuto capace di ritardare gli effetti dell’invecchiamento? spiega Linda Buck, coordinatrice dello studio. Secondo i ricercatori, infatti, la mianserina interferirebbe con alcuni neurotrasmettitori del verme, convincendolo di essere in una situazione di digiuno estremo. Questa ipotesi sarebbe confermata anche da studi in vitro che hanno messo in luce l?effetto antagonista del farmaco in particolare su due recettori del verme che avrebbero un ruolo chiave nell?allungamento della vita in risposta alla restrizione alimentare.
?Abbiamo deciso di adottare un approccio chimico piuttosto che genetico? sottolinea Linda Buck. ?Il nostro obiettivo era individuare le sostanze che aumentano la longevit? per capire poi come agiscono sull’organismo e solo a questo punto arrivare a determinare quali geni svolgono un ruolo importante nel processo di invecchiamento. Questo approccio ci permetter? di studiare i potenziali farmaci in grado di allungare la vita anche dei mammiferi e magari di metterne a punto uno adatto per gli esseri umani?.

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