Calo mortalit? tumore della prostata: merito del test PSA?
La differenza schiacciante tra i trend di mortalit? per tumore della prostata negli Usa e in Gran Bretagna ? dovuta a una diversa diffusione degli screening mediante PSA? Lo suggerisce uno studio pubblicato dal Lancet.
I ricercatori britannici dell?University of Bristol coordinati da Simon Collin hanno analizzato e confrontato i trend nei tassi di mortalit? correlati al tumore della prostata nei due Paesi tra il 1975 e il 2004, e li hanno comparati con i trend relativi alla diffusione agli screening PSA. ? emerso che da tassi di mortalit? pressoch? identici negli anni ?90 si ? scesi con un ritmo annuo del 4,7 per cento negli Usa e solo dell?1,17 per cento in Gran Bretagna, mentre i tassi di screening PSA sono del 57 per cento della popolazione maschile over 50 negli Usa e solo del 6 per cento nel Regno Unito. ?La causa di questi dati discrepanti potrebbe essere la differenza nei trattamenti o nelle politiche di screening per il tumore della prostata, ma serve un?evidenza pi? robusta prima di trarre delle conclusioni certe?, spiega Collin. Commenta Arcangelo Pagliarulo dell?Unit? Operativa di Urologia II, Universit? degli Studi di Bari: ?Per quanto mi riguarda, ritengo il PSA il pi? efficace marker tumorale scoperto negli ultimi 2000 anni. Se lo si critica per quello che non pu? dare si compie un?operazione che ha poco senso. Il PSA serve a darci un dubbio di malattia prostatica, a far suonare un campanello d?allarme, e dopo il trattamento va preso sempre con beneficio d?inventario. Ma ha un ruolo essenziale: stiamo dando al PSA un ruolo ancor pi? centrale nella diagnosi e nel trattamento del tumore della prostata. Occorre porre l?attenzione non tanto ai valori assoluti, quanto alla cinetica del PSA, attraverso la valutazione della PSA Velocity e del PSA Doubling Time, attraverso lo studio di come il valore evolve negli anni?.
Bibliografia. Collin SM, Martin RM, Metcalfe C et al. Prostate-cancer mortality in the USA and UK in 1975-2004: an ecological study. The Lancet 2008; DOI:10.1016/S1470-2045(08)70104-9.
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