Placche aortiche e ictus ricorrente

Nei pazienti con ictus, la presenza di grandi placche aortiche ? associata ad ipercoagulabilit?, ed entrambe le patologie sono un fattore di rischio di recidiva dell’ictus. Il potenziale embolico di una placca ? composto da qualcosa di pi? del suo mero spessore: placche dello stesso spessore possono avere una composizione differente diversi cofattori associati, come ad esempio l’ipercoagulabilit?, il che potrebbe determinare propensioni molto diverse all’embolia. Per questi pazienti, se si guarda all’attivazione del sistema della coagulazione, l’anticoagulazione sistemica risulterebbe preferibile agli agenti antipiastrinici, ma rimane da dimostrarsi se l’uso dell’anticoagulazione possa di fatto risultare in una riduzione del rischio di ictus recidivante. Prendere decisioni terapeutiche solo sulla base dello spessore della placca comunque potrebbe non essere adeguato: sono necessari ulteriori studi per chiarire se la combinazione fattori di rischio clinici, ecocardiografici e biologici possa aiutare a stratificare pi? accuratamente il rischio di tromboembolia nei pazienti con grave arteriosclerosi dell’arco aortico e determinare l’impatto prognostico di questi marcatori in diversi ambiti clinici. Nel frattempo, l’anticoagulazione orale dovrebbe essere riservata ai pazienti con trombi sovraimposti rilevati tramite ecocardiografia transesofagea. Le indicazioni per l’endoarteriectomia aortica chirurgica dovrebbe essere ristretta a pazienti altamente selezionati con un basso rischio operatorio ed eventi embolici documentati nonostante la somministrazione di un trattamento ottimale. (J Am Coll Cardiol 2008; 52: 855-64)

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