Nuovi biomarker e modelli predittivi: come valutarli?
Nuovi biomarker e modelli predittivi vengono costantemente proposti in Sanit? per migliorare l?identificazione dei pazienti a rischio cardiovascolare. Ma come possono e devono essere valutati? Se lo domanda un editoriale pubblicato dagli Archives of Internal Medicine.
?I clinici devono essere al corrente dei vari metodi utilizzati per mettere a punto questi nuovi strumenti e come dovrebbero essere interpretati. Per far questo, di solito, si prendono in esame quattro aspetti: l?aderenza ai modelli precedenti e la capacit? di far emergere dati sensibili, la capacit? di isolare gli individui che svilupperanno l?outcome ricercato, la calibratura tra rischi previsti e rischi che effettivamente si verificheranno, e infine la riclassificazione, cio? la capacit? di intervenire sui pazienti modificando i rischi che corrono?, spiega Kevin McGeechan della School of Public Health dell?University of Sydney.
Ma ? possibile utilizzare questi quattro criteri di valutazione per rispondere alle due seguenti domande:
– il nuovo modello predice il rischio pi? accuratamente di quelli finora disponibili?
– i rischi predicibili sono sufficienti a determinare un cambio nel trattamento?
L?editoriale ritiene di s?, e sottolinea che poich? una gran variet? di tool statistici e grafici ? associata alla soluzione dei quattro punti enunciati, andrebbe utilizzato ogni strumento a disposizione per ottenere un risultato pertinente e completo in grado di sancire l?utilit? di un biomarker o di un modello predittivo nella pratica clinica quotidiana.
Bibliografia. McGeechan K, Macaskill P, Irwig L et al. Assessing new biomarkers and predictive models for use in clinical practice. Arch Intern Med 2008; 168(21):2304-2310.
433 total views, 2 views today