Morbo di Crohn, stenosi e ostruzioni ricorrenti
Fra i pazienti con morbo di Crohn che vengono sottoposti ad intervento chirurgico per la comparsa di stenosi, il numero di stenosi e di plastiche effettuate pu? predire la probabilit? di ostruzioni recidivanti. Questa osservazione si deve probabilmente a fattori correlati alla malattia. La presenza di un maggior numero di stenosi intestinali di per s? non porta ad un aumento delle recidive delle ostruzioni, ma probabilmente rappresenta un marcatore della presenza di una forma patologica pi? grave o avanzata. E’ necessario approfondire gli studi per comprendere meglio le ragioni alla base di queste associazioni, ed identificare potenziali interventi per ridurre i tassi di recidiva. (J Am Coll Surg 2009; 208: 1065-70) Statine e aumento livelli di vitamina D
Poich? bassi livelli di Vitamina D sono correlati con un incremento della mortalit? cardiovascolare e visto che le Statine, in grado di interferire con la sintesi del 7-deidrocolesterolo (precursore sia del colesterolo che della Vitamina D) possono determinare una significativa riduzione del rischio di mortalit? cardiovascolare, i Colleghi del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale di Insegnamento e di Ricerca Kecioren di Ankara, hanno voluto verificare se il trattamento con Rosuvastatina , potesse influenzare oltre che i parametri lipidici anche i livelli plasmatici di 25-idrossi e quelli della 1,25-diidrossivitamina D, aggiungendo fra i vari motivi del successo di questo farmaco anche quello di un aumento delle quote plasmatiche della Vitamina D. Dopo 8 settimane di trattamento, la Rosuvastatina ? stata in grado di aumentare significativamente tanto le quote plasmatiche di 25-idrossivitamina D (da 14.0 ng/ml, range 3.7/ 67, a 36.3 ng/ml, range 3.8 /117; p < 0.001), quanto quelle di 1,25-diidrossivitamina D (da una media di 22.9 +/- 11.2 a quella di 26.6 +/- 9.3 pg/dl; p = 0.023), determinando nel contempo un consensuale decremento dei livelli di Fosfatasi Alcalina (da una media di 17.7 U/l, range 2.6/214, a quella di 9.5 U/l, range 2.3/19.1; p < 0.001). Pur con l'usuale considerazione che questi risultati dovranno essere ulteriormente confermati da ulteriori studi, gli autori concludono che la loro ricerca dimostrerebbe un'altra azione pleiotropa delle Statine, Rosuvastatina in particolare, in grado di motivare i significativi successi sulla riduzione del rischio cardiovascolare che non sarebbero esclusivamente mediati dalla loro principale e positiva influenza sul metabolismo lipidico. (Cardiovasc Drugs Ther. 2009 Jun 20)
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