Nuovi test ematici per tumori gastrointestinali

Due nuovi test ematici hanno fornito risultati promettenti ai fini dell?identificazione precoce dei tumori gastrointestinali. Le innovative procedure, pi? semplici, meno costose e pi? accettabili per i pazienti rispetto alle procedure attuali, quali la colonscopia o la ricerca di sangue occulto nelle feci, sono state presentate a Berlino, in occasione del pi? grande congresso oncologico europeo: l?Ecco 15 ? Esmo 34 (European cancer of organization – European society for medical oncology).

La prima metodica ? stata messa a punto da un?azienda di Liegi (Belgio). Sono stati prelevati campioni ematici da pazienti con cancro colorettale prima di essere sottoposti a chirurgia e da controlli sottoposti a colonscopia; si ? quindi estratto il Dna e si ? verificata la metilazione di due geni, Syne1 e Foxe1, correlata all?avvio e alla progressione del tumore. Studiando 124 soggetti con cancro colorettale e 444 controlli, e utilizzando volumi di plasma compresi tra 0,8 e 4,3 ml, la sensibilit? e la specificit? della combinazione dei due marker ? stata rispettivamente del 58 e del 90%. Valori analoghi si sono avuti in un altro studio che ha coinvolto 69 casi e 242 controlli. ?Questo metodo? afferma Joost Louwagie, della OncoMethylome Sciences di Liegi ?pu? essere usato per uno screening non invasivo con prelievi effettuabili da infermieri o medici di Mg senza necessit? di specifici equipaggiamenti o training?.

? stato sviluppato invece a Berlino un secondo metodo che aiuta a diagnosticare tumori a carico del colon, del retto e dello stomaco e a predire la loro capacit? metastatica. Si sono effettuati prelievi ematici da pazienti con cancro del colon (185), del retto (190), dello stomaco (91) e volontari sani (51). ? emerso che la presenza di Rna messaggero del gene S100A4 (promotore della capacit? metastatica delle cellule cancerose) ? significativamente maggiore nei soggetti con tumore gastrointestinale rispetto ai sani e ancora superiore nei pazienti con metastasi o che le avrebbero sviluppate pi? avanti rispetto a chi non aveva metastasi. ?Attraverso l?identificazione dei casi in cui la malattia progredisce pi? velocemente, speriamo di poter fornire una terapia personalizzata in base alle esigenze del singolo? conclude Ulrike Stein, della Ecrc Charit? Univeristy of medicine di Berlino.

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