Divisi sulla mammografia a partire dai 50 anni

Secondo alcuni esperti americani, lo screening mammografico per diagnosi precoci di cancro al seno non deve essere effettuato prima dei 50 anni. Questa la principale indicazione contenuta nel recente aggiornamento delle linee guida Uspstf
L’aggiornamento delle linee guida linee guida Uspstf (U.S. preventive services task force), in parte dovuto al lavoro di Jeanne S. Mandelblatt del Lombardi Comprehensive Cancer Center di Washington, oltre a innalzare da 40 a 50 anni l’et? minima in cui ? consigliato effettuare per la prima volta l’esame mammografico, invita anche le donne tra i 50 e i 74 anni a sottoporsi a questo tipo di valutazione diagnostica ogni due anni, anzich? ogni anno come, invece, avviene ora. Secondo gli esperti Uspstf, la decisione di iniziare i test mammografici prima dei 50 anni dovrebbe riguardare casi individuali e andrebbe presa alla luce di attente analisi dei vantaggi e dei rischi di tale approccio. A sottolineare come negli Stati Uniti si intenda, da oggi, modificare la strategia di prevenzione e lotta al carcinoma della mammella ?, infine, la decisione della commissione americana di eliminare l’esplorazione della mammella. L’autopalpazione, infatti, non offrirebbe informazioni aggiuntive rispetto all’esame mammografico anche quando eseguita dal medico. Quest’ultimo, quindi, non sar? pi? tenuto a istruire le donne su come effettuarla.

Le nuove indicazioni hanno sollevato un acceso dibattito che vede suddivisa la comunit? scientifica in due schieramenti: da un lato coloro che, come gli autori, ritengono che, pur mantenendo gli stessi vantaggi diagnostici, portando a 50 anni il momento in cui incominciare periodici controlli mammografici, si ridurrebbero soprattutto ansia e risvolti psicologici negativi conseguenti ai falsi-positivi. Sull’altro fronte, molti oncologi secondo cui le raccomandazioni Uspstf farebbero aumentare il rischio di non diagnosticare in tempo molti casi di tumore al seno. “In numerosi studi scientifici ? stato dimostrato, in maniera rigorosa, che lo screening mammografico riduce significativamente l’incidenza di morte per carcinoma della mammella nelle donne di et? compresa tra i 40 e i 74 anni” ha commentato Daniel B. Kopans, professore di Radiologia presso la Breast Imaging Division del Massachusetts General Hospital di Boston. Sul fronte italiano da registrare il parere opposto di Marco Venturini, presidente eletto Aiom, secondo il quale: “Nelle quarantenni l’incidenza di tumore della mammella ? relativamente bassa. ? il gruppo delle donne sessantenni, infatti, quello in cui si verificano maggiori casi di carcinoma mammario e, per il quale, quindi, lo screening risulta pi? vantaggioso”.

Ann Intern Med. 2009 Nov 17;151(10):716-26, W-236

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