Diabete, rischi da Glp-1
La prevalenza del diabete di tipo 2 ? attesa che aumenti con l’epidemia dell’obesit?. Sebbene molte terapie antidiabetiche siano state approvate dall’Fda, nuovi trattamenti sono considerati necessari per conseguire gli obiettivi glicemici, in quanto la funzione beta-cellulare diminuisce con ll tempo nei pazienti affetti da diabete. Il 25 gennaio 2010, l’Fda ha approvato liraglutide, un Glp-1 (peptide-1-simil-glucagone) agonista recettoriale che pu? essere assunto una volta al giorno per migliorare il controllo glicemico in adulti con diabete di tipo 2. L’approvazione ? stata garantita sulla base di considerazioni attente sui benefici del farmaco. Nei trial clinici, quando impiegato in aggiunta ad altri antidiabetici, liraglutide ha portato alla riduzione della concentrazione media di emoglobina glicata da 0,8 a 1,4% rispetto al placebo. Quando paragonato a una monoterapia con una sulfonilurea, liraglutide era associata a un ridotto rischio di ipoglicemia. D’altra parte, vi sono potenziali gravi pericoli. Innanzitutto, dati da roditori suggeriscono che liraglutide ? associata con un rischio accresciuto di iperplasia focale tiroidea a cellule C e a tumori di cellule C, valori la cui rilevanza negli umani ? sconosciuta. L’Fda conclude che l’aumento di carcinoma nei roditori si trasla in un basso rischio per gli umani. Un altro possible rischio ? un accresciuto pericolo di pancreatite dovuto al farmaco; un dato che emerge da rapporti postmarketing comuni a exenatide e sitagliptin, entrambi che agiscono sulla via Glp-1. Una domanda finale ? se sia possibile aumentare il rischio di eventi cardiovascolari da terapie antidiabetiche (un allerta, in tal senso, era stato lanciato dall’Fda nel dicembre 2008): il programma di sviluppo di fase 2 e 3 non ha soddisfatto tale criterio. In ogni caso, l’Fda sostiene che tutti i prodotti sviluppati per il trattamento del diabete, comportano rischi e potenziali problemi richiedono ulteriori studi.
Nejm, 2010;362:774-777
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