Triptano con buon profilo di tollerabilit
Frovatriptan, triptano impiegato sia per la profilassi a breve termine (Stp) sia per il trattamento acuto (At) dell’emicrania mestruale (Mm), ? caratterizzato da un buon profilo di tollerabilit?. Il dato scaturisce da una nuova analisi dei dati di 5 studi clinici precedentemente pubblicati: si tratta di 2 studi At di fase III in acuto (uno randomizzato e placebo-controllato e uno in aperto, non comparativo, della durata di 12 mesi) e 3 studi Stp di fase IIIb (due randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, uno in aperto, non comparativa, riferito a 12 cicli). Gli eventi avversi (Ae) sono risultati globalmente di grado leggero o moderato (studi At: 82,3-90,0%; studi Stp: 78,9-89,5%). Nello studio At randomizzato, che ha previsto l’impiego di frovatriptan 2,5 mg o sumatriptan 100 mg o placebo per ogni attacco, le percentuali di Ae probabilmente o possibilmente correlati al trattamento sono risultate pari a 27,3%, 33,4% e 14,8% nei pazienti dei gruppi frovatriptan, sumatriptan e placebo, rispettivamente. Non sono state osservate differenze significative tra i due triptani per quanto riguarda lo stato di analgesia sostenuta senza Ae a 4-24 ore o la risposta analgesica sostenuta senza Ae a 2-24 ore o 4-24 ore. Nei due studi randomizzati che hanno valutato la terapia Stp per la Mm le donne hanno ricevuto frovatriptan 2,5 mg per 6 giorni nel periodo perimestruale, con una dose iniziale di 2 o 4 compresse al giorno 1 seguite da 2,5 mg del farmaco una o due volte al giorno. L’impatto degli eventi avversi varia in base allo schema posologico: Ae sono stati riportati nel 57,8% dei pazienti ai quali ? stato somministrato frovatriptan due volte al giorno e nel 63,4% dei soggetti che hanno ricevuto il farmaco una volta al giorno. Il dato va confrontato con quanto rilevato nel gruppo placebo, dove gli AE sono stati registrati nel 62,8% dei casi. Un risultato sottolineato dagli autori a conclusione del loro studio ? che non sono state evidenziate consistenti differenze negli Ae riportati dai pazienti con potenziale rischio cardiovascolare o correlati all’impiego di contraccettivi estrogenici.
Gend Med 2010; 7: 88-108
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