Ulcera peptica, con i Ppi non ? questione di dosi

Dopo trattamento endoscopico, nei pazienti con ulcera peptica sanguinante l’impiego degli inibitori di pompa protonica (Ppi) ad alto dosaggio, rispetto alle dosi non elevate, non riduce ulteriormente i tassi di risanguinamento, ricorso alla chirurgia o mortalit? dopo trattamento endoscopico. L’osservazione, pubblicata da Chih-Hung Wang e collaboratori dell’Ospedale nazionale universitario e del Collegio nazionale universitario medico di Taiwan, a Taipei, che hanno effettuato una revisione sistematica con metanalisi dei dati di 1.157 pazienti con ulcera peptica sanguinante arruolati in 7 studi clinici randomizzati di alta qualit? che hanno confrontato l’impiego di dosi elevate o non elevate di Ppi: per dosi elevate si intende un bolo di 80 mg seguito dall’infusione continua di 8 mg/ora per 72 ore. La meta-analisi ha chiarito in primo luogo che gli effetti sui tassi di risanguinamento non differiscono in base alla quantit? delle dosi utilizzate, definite come elevate e non elevate (Or 1,30); non sono emerse differenze anche per quanto concerne il ricorso alla chirurgia (Or 1,49) o la mortalit? (Or 0,89). Una successiva analisi ad hoc per sottogruppo ha infine mostrato che le misure degli outcome non erano influenzate dalla gravit? dei segni di un’emorragia recente all’esame endoscopico iniziale, dalla via di somministrazione o dalla dose di Ppi.

Arch Intern Med, 2010; 170(9):751-8

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