Pancreatite autoimmune: trattamento steroideo standard

Ricercatori giapponesi hanno portato a termine un sondaggio retrospettivo in 17 Centri in Giappone per stabilire un appropriato regime di trattamento steroideo per la pancreatite autoimmune.

Le principali misure di esito erano i tassi di remissione e di recidiva.

Dei 563 pazienti con pancreatite autoimmune, 459 ( 82% ) sono stati sottoposti a trattamento steroideo.

Il tasso di remissione della pancreatite autoimmune trattata con steroidi ? stato del 98% ed ? risultato significativamente pi? alto rispetto a quello dei pazienti senza trattamento steroideo ( 74%; 77/104; p<0.001 ). Il trattamento con steroidi ? stato somministrato per ittero ostruttivo ( 60% ), dolore addominale ( 11% ), lesioni extra-pancreatiche associate con l?eccezione del dotto biliare (11%) e ingrossamento diffuso del pancreas ( 10% ). Non ? stata osservata una relazione tra il periodo necessario a raggiungere la remissione e la dose iniziale ( 30 mg/die vs 40 mg/die ) di Prednisolone. Il trattamento steroideo di mantenimento ? stato somministrato all?82% dei 459 pazienti trattati con steroidi e la terapia steroidea ? stata interrotta in 104 pazienti. Il tasso di recidiva nei pazienti con pancreatite autoimmune in trattamento di mantenimento ? stato del 23% ed ? risultato significativamente pi? basso di quello osservato nei pazienti che avevano interrotto la terapia di mantenimento ( 34%; p=0.048 ). Dall?inizio del trattamento steroideo, il 56% dei pazienti ha mostrato recidiva entro 1 anno e il 92% entro 3 anni. Degli 89 pazienti con recidiva, il 93% sono stati nuovamente trattati con steroidi e tale trattamento si ? dimostrato efficace nel 97% dei casi. In conclusione, la maggiore indicazione per il trattamento con steroidi della pancreatite autoimmune ? la presenza di sintomi.
E? raccomandata una dose iniziale di Prednisolone di 0.6 mg/kg/die che deve essere in seguito diminuita fino alla dose di mantenimento nell?arco di 3-6 mesi.
Il trattamento di mantenimento con basse dosi di steroidi riduce, ma non elimina le recidive.

Kamisawa T et al, Gut 2009; 58: 1504-1507

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