Estrogeni equini in post-menopausa, pro e contro

12 Ago 2010 Ginecologia

Gli estrogeni coniugati equini (Cee) riducono i sintomi vasomotori e la secchezza vaginale rispetto ai valori basali riscontrati nelle donne in post-menopausa, ma peggiorano la riduzione del tono mammario. La probabilit? di sviluppare sintomi risulta significativamente pi? alta nelle donne che sospendono il trattamento con Cee rispetto al placebo, a prescindere dalla sintomatologia accusata al basale. I potenziali effetti della somministrazione di Cee, quindi, devono essere considerati prima di instaurare il trattamento per ridurre i sintomi della menopausa. Le indicazioni provengono dallo studio randomizzato, placebo-controllato Women’s health initiative che ha sottoposto ad analisi intention-to-treat 10.739 donne prima e un anno dopo la randomizzazione a Cee o placebo. ? stata effettuata anche un’analisi di coorte su 3.496 donne che hanno continuato ad assumere Cee fino alla chiusura del trial e che si sono sottoposte all’esame dei sintomi subito prima e dopo l’interruzione del trattamento. Circa un terzo delle pazienti ha riportato al basale almeno un sintomo moderato o severo. I sintomi riportati tendevano a ridursi all’aumentare dell’et? (ad eccezione di dolore e rigidit? articolare). Dopo un anno si ? notato, nelle pazienti in terapia ormonale, una riduzione di vampate, sudorazioni notturne e secchezza vaginale ma anche una riduzione del tono delle mammelle: quest’ultimo effetto si ? mantenuto significativamente pi? alto nel gruppo Cee fino alla conclusione dello studio. Dopo la cessazione del trattamento, i sintomi vasomotori sono stati riferiti in modo significativamente maggiore dalle donne che accusavano sintomi al basale, rispetto a quelle che non li avevano segnalati, e dalle donne assegnate al gruppo Cee rispetto al placebo (9,8% vs 3,2%). Fra le donne che non avevano registrato sintomi moderati o gravi al basale, le vampate erano cinque volte pi? frequenti dopo l’interruzione della terapia ormonale rispetto al gruppo placebo (7,2% vs 1,5%). Allo studio, che porta la prima firma di Robert Brunner dell’university of Nevada school of Medicine di Reno (Stati uniti), hanno collaborato una quarantina di centri americani.

Menopause, 2010 Jun 2. [Epub ahead of print]?

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