Epatite cronica pi? complessa negli emodializzati

Le epatiti croniche da virus B e C sono cause importanti di epatopatia nei centri per l’emodialisi. Maurizio Pompili e collaboratori del dipartimento di Medicina interna, scienze specialistiche e dermatologia, universit? Cattolica del Sacro cuore, Roma, rileggono i dati disponibili in letteratura su storia naturale, diagnosi e trattamento dei pazienti in emodialisi e affetti da queste epatiti. I fattori di rischio conosciuti sono l’alta prevalenza di infezione da Hcv e Hbv nelle strutture per l’emodialisi, una storia pregressa di trasfusioni, trattamento dialitico a lungo termine, cambi frequenti del centro per l’emodialisi e trapianti renali pregressi. L’origine, la tempistica e la durata dell’infezione sono spesso difficili da accertare. Pochi studi, e con un follow-up a breve termine, hanno indagato la storia naturale dell’epatite virale nel setting emodialitico: ? emerso comunque un impatto negativo indipendente sulla sopravvivenza dovuto a un aumento del rischio di cirrosi ed epatocarcinoma. Le opzioni terapeutiche includono interferone convenzionale o pegilato (da solo o in associazione con ribavirina), e analoghi nucleosidici/nucleotidici. Lo scopo del trattamento ? l’eradicazione del virus o la soppressione persistente della replicazione virale. Il management ? per? complicato dalle alterazioni farmacocinetiche, dall’aumento del rischio di tossicit? legata al farmaco e dalla necessit? di trapianto renale. Nei pazienti con infezione cronica da Hbv in replicazione attiva l’approccio pi? frequente ? la soppressione della replicazione virale con analoghi nucleosidici/nucleotidici. Per quanto riguarda invece l’epatite C, alcuni studi clinici hanno evidenziato come la monoterapia convenzionale con interferone induca una maggiore risposta virologica sostenuta ma anche pi? alti tassi di drop-out nei pazienti in dialisi rispetto ai soggetti con funzione renale preservata. I dati relativi all’interferone pegilato, come monoterapia o in combinazione con ribavirina, sono giudicati promettenti ma limitati. Un’ultima osservazione: i pazienti in dialisi che ottengono una risposta virologica sostenuta mantengono spesso la risposta dopo il trapianto di rene.

G Ital Nefrol, 2010; 27(3):262-73

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