Nefropatia diabetica, paricalcitolo riduce albuminuria

17 Dic 2010 Nefrologia

Nei pazienti affetti da nefropatia diabetica la somministrazione di 2 microgrammi al giorno di paricalcitolo, in aggiunta a un trattamento con inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone, riduce l’albuminuria residua in modo sicuro e potrebbe rappresentare un nuovo approccio alla diminuzione del rischio di insufficienza renale progressiva. ? questo il risultato di Vital (Selective Vitamin D Receptor Activator for Albuminuria Lowering), un trial multicentrico, controllato con placebo e in doppio cieco, condotto da un team internazionale di ricercatori coordinato da Dick de Zeeuw del Centro universitario medico di Groninga (Olanda), e al quale ha preso parte il gruppo di Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo. Il farmaco, che agisce attivando in modo selettivo il recettore della vitamina D, aveva gi? dimostrato di aumentare la sopravvivenza negli emodializzati. Nello studio attuale sono stati coinvolti 272 pazienti affetti da diabete di tipo 2 con albuminuria e in terapia con Ace-inibitori o sartani, randomizzati a ricevere placebo (n=93) oppure paricalcitolo alla dose di 1 microg/die (n=92) o 2 microg/die (n=92). L’endpoint primario ? stato identificato nella variazione media geometrica del rapporto albumina/creatinina urinaria (Uacr), dal basale all’ultima misura in corso di trattamento, per i gruppi paracalcitolo combinati rispetto al placebo. Le modificazioni registrate dell’Uacr sono state di -3% (da 61 a 60 mg/mmol) nel gruppo placebo e di -16% (da 62 a 51 mg/mmol) nei gruppi paricalcitolo combinati. Scorporando i dati dei due dosaggi del farmaco attivo si evidenzia un effetto pi? marcato con il dosaggio superiore: la variazione di Uacr nel gruppo trattato con 2 microg/die, infatti, ? risultata compresa tra -18% e -28%.

Lancet, 2010; 376(9752):1543-51

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