Recidiva di cancro ovarico, Ca125 non ha valore predittivo
Il trattamento precoce della recidiva del cancro ovarico, praticato esclusivamente sulla base del riscontro di livelli aumentati di Ca125, non ? supportato da evidenze di beneficio sulla sopravvivenza: pertanto non ? provato il valore della misurazione di routine di Ca125 nel follow-up delle pazienti affette da cancro ovarico che ottengono una risposta completa dopo il trattamento di prima linea. ? piuttosto netto il verdetto ottenuto da Gordon J. S. Rustin del Mount Vernon Cancer centre di Northwood (Regno Unito) e collaboratori al termine di uno studio randomizzato effettuato su 529 pazienti in remissione completa dopo chemioterapia di prima linea a base di platino e con livelli normali di Ca125. I valori del marcatore tumorale sono stati misurati ogni tre mesi. Quando le concentrazioni di Ca125 erano almeno due volte maggiori del limite superiore della norma i pazienti venivano allocati a chemioterapia precoce (n=265) o ritardata (n=264). I pazienti e i centri erano informati della collocazione nel gruppo di trattamento precoce e la terapia veniva iniziata nel tempo pi? rapido possibile, entro 28 giorni dalla acquisizione del valore aumentato di Ca125. I pazienti assegnati al gruppo di trattamento ritardato continuavano a essere sottoposti a misurazioni mascherate del marker e la chemioterapia si instaurava al momento della recidiva clinica o sintomatica. Dopo un follow-up mediano di 56,9 mesi dalla randomizzazione e la registrazione di 370 decessi (186 nel gruppo in terapia precoce, 184 in terapia ritardata), non ? emersa alcuna evidenza di una differenza relativa alla sopravvivenza globale tra i due gruppi (hazard ratio, Hr: 0,98). La sopravvivenza mediana a partire dalla randomizzazione si ? attestata su 25,7 e 27,1 mesi, rispettivamente, per i pazienti in trattamento precoce e ritardato.
Lancet, 2010; 376(9747): 1155-63
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