Ipotiroidismo subclinico, mortalit? ed eventi coronarici
L’ipotiroidismo subclinico risulta associato a un aumento del rischio di eventi coronarici e mortalit? per coronaropatia nei soggetti con i pi? elevati livelli di Tsh: uno studio condotto da Nicolas Rodondi del dipartimento di Assistenza ambulatoriale e medicina di comunit? dell’universit? di Losanna (Svizzera) e collaboratori della Thyroid studies collaboration precisa inoltre che il rischio ? particolarmente elevato a fronte di concentrazioni di Tsh di 10 mIU/L o superiori. Lo studio ha preso in considerazione i dati relativi a 55.287 partecipanti di 11 coorti prospettiche: l’eutiroidismo ? stato definito da un livello di Tsh compreso tra 0,50 e 4,49 mIU/L mentre l’ipotiroidismo subclinico da livelli di Tsh compresi tra 4,5 e 19,9 mIU/L in presenza di concentrazioni normali di tiroxina. Sono stati identificati 3.450 casi di ipotiroidismo subclinico (6,2%) e durante il follow-up 9.664 soggetti sono deceduti (di cui 2.168 per coronaropatia, Chd) mentre 4.470 partecipanti arruolati in sette studi sono incorsi in eventi coronarici. Il rischio di eventi Chd e di mortalit? per Chd aumentava in presenza delle pi? elevate concentrazioni di Tsh. Le analisi aggiustate per genere ed et? hanno evidenziato una hazard ratio (Hr) di eventi Chd pari a 1,00 per livelli di Tsh compresi tra 4,5-6,9 mIU/L (20.3 vs 20.3/1.000 anni-persona per i participanti con eutiroidismo), 1,17 per livelli di Tsh tra 7,0-9,9 mIU/L (23,8/1000 anni-persona) e 1,89 per livelli di Tsh compresi tra 10-19,9 mIU/L (38,4/1.000 anni-persona). Le corrispondenti Hr per la mortalit? Chd si sono attestate su 1,09 (5,3 vs 4,9/1.000 anni-persona per i partecipanti con eutiroidismo), 1,42 (6,9/1.000 anni-persona) e 1,58 (7,7/1.000 anni-persona). La mortalit? totale non ? aumentata fra i partecipanti con ipotiroidismo subclinico. I risultati erano simili dopo ulteriore aggiustamento per i tradizionali fattori di rischio e i rischi non differivano in modo significativo in base a et?, sesso o una preesistente malattia cardiovascolare.
JAMA, 2010; 304(12):1365-74
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