Clopidogrel e Asa: efficacia non cambia con dosi
L’acido acetilsalicilico (Asa) e il clopidogrel sono antiaggreganti ampiamente utilizzati nei pazienti con sindrome coronarica acuta e in quelli sottoposti a intervento coronarico percutaneo (Pci), ma non esistono linee guida circa i dosaggi. Uno studio multicentrico, condotto da ricercatori appartenenti al gruppo Current-Oasis7 (Clopidogrel and aspirin optimal dose usage to reduce recurrent events – Seventh organization to assess strategies in ischemic syndromes), ora rivela che non esistono differenze significative tra alti e bassi dosaggi, per entrambi gli agenti, in relazione all’outcome primario costituito da morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus a trenta giorni. Gli studiosi hanno assegnato in modo randomizzato, secondo un disegno fattoriale 2×2, 25.086 pazienti con sindrome coronarica acuta e ricoverati per l’applicazione di una strategia invasiva, a ricevere una dose di clopidogrel doppia (carico al giorno 1 da 600 mg, seguito da 150 mg/die per sei giorni e 75 mg/die in seguito) o standard (carico da 300 mg e 75 mg/die successivamente) oppure Asa a dosi elevate (da 300 a 325 mg/die) o ridotte (da 75 a 100 mg/die). L’outcome primario si ? verificato nel 4,2% dei pazienti che ricevevano la doppia dose di clopidogrel rispetto al 4,4% di quelli trattati con dose standard (Hr: 0,94); un sanguinamento maggiore, inoltre, si ? rilevato nel 2,5% dei soggetti con somministrazione di doppia dose di clopidogrel, contro il 2,0% dei pazienti con dosaggio standard (Hr: 1,24). Da segnalare che la dose doppia di clopidogrel, nei 17.263 pazienti sottoposti a Pci, ? apparsa associata a una significativa riduzione dell’outcome secondario costituito dalla trombosi dello stent (1,6% vs 2,3%; Hr: 0,68). Non si sono infine registrate differenze significative tra Asa ad alte e basse dosi in relazione all’outcome primario (4,2% vs 4,4%; Hr: 0,97) o al sanguinamento maggiore (2,3% vs 2,3%; Hr: 0,99).
N Engl J Med, 2010; 363:930-942
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