BPCO riacutizzate in ospedale: terapia antibiotica?
“Nel paziente ricoverato per riacutizzazione di BPCO (EA-BPCO) la terapia antibiotica precoce (entro 48 ore dal ricovero) ? sempre utile, indipendentemente dal tipo di antibiotico e dal tipo di riacutizzazione.” Queste sono le affermazioni di Rothberg e collaboratori che hanno esaminato i dati relativi a 84.621 pazienti al di sopra dei 40 anni ricoverati in 413 ospedali americani a causa di una EA-BPCO.
La pratica clinica comune di trattare con gli antibiotici la quasi totalit? di pazienti ricoverati per EA-BPCO e non solo quelli con segni di eziologia batterica (purulenza dell’espettorato), come ? suggerito dalle linee guida, avrebbe quindi oggi un supporto evidence-based.
Nello studio di Rothberg e collaboratori l’80% dei pazienti ha ricevuto un trattamento antibiotico precoce (un chinolonico, una cefalosporina o un macrolide) mentre gli altri pazienti non sono stati trattati o hanno iniziato la terapia dopo oltre 48 ore. Confrontando gli outcomes, a vantaggio del gruppo trattato precocemente, si ? osservata una percentuale significativamente inferiore di fallimento della terapia rispetto ai non trattati o a quelli trattati pi? tardivamente (9,77% contro 11,75%; P < 0,001). In particolare sono state significativamente inferiori la necessit? di ventilazione meccanica (1,07% contro 1,80%), la mortalit? ospedaliera (1,04% contro 1,59%) e la ri-ospedalizzazione per la stessa causa entro 30 giorni dalla dimissione (7,91% contro 8,79%). Nessuna differenza significativa ? stata rilevata nei due gruppi relativamente alla durata della degenza media, ma minori sono stati i costi complessivi del gruppo trattato.
Nei pazienti trattati inoltre ? stato segnalato un maggior tasso di ri-ospedalizzazione per infezione da Clostridium difficile (0,19% contro 0,09%), mentre minore ? stata la frequenza di reazioni allergiche (0,13% contro 0,20%, p = 0,03).
In conclusione l’idea che, in assenza di un metodo affidabile per identificare i casi a eziologia microbica, “tutti i pazienti ricoverati per una EA-BPCO andrebbero trattati con gli antibiotici” e che “l’uso di routine degli antibiotici per EA-BPCO potrebbe essere appropriato” ? sicuramente interessante. Gli stessi autori invitano per? alla cautela poich? lo studio, non essendo esente da bias di selezione, potrebbe non essere in grado di dimostrare con precisione l’esistenza di un nesso causale tra il trattamento e l’effetto osservato.
Jama 2010;303(20):2035-2042.
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