Prostatite e dolore pelvico: alfa-bloccanti e antibiotici al top
Nei pazienti con prostatite e sindrome del dolore pelvico cronico gli ?-bloccanti, gli antibiotici e le loro combinazioni, sembrano in grado di garantire, rispetto a placebo, un maggiore miglioramento dei punteggi dei sintomi clinici. Le terapie antinfiammatorie, invece, conferiscono un beneficio minore ma misurabile su outcome selezionati. Comunque, i positivi effetti degli ?-bloccanti potrebbero essere stati sovrastimati a causa del bias di selezione. Sono queste, in sintesi, le conclusioni di una revisione sistematica e di una metanalisi network eseguite da Thunyarat Anothaisintawee della Mahidol University di Bangkok (Thailandia) e collaboratori su 23 studi clinici. Gli ?-bloccanti rispetto a placebo riducono l’impatto sintomatologico, con differenze medie standardizzate di -1,7 per quanto riguarda i sintomi totali, -1,1 per il dolore, – 1,4 per la minzione e di -1,0 per la qualit? di vita. Insieme agli antinfiammatori (Rr: 1,8), gli ?-bloccanti (1,6) si caratterizzano per una pi? elevata probabilit? di ottenere una risposta favorevole rispetto a placebo. Si segnala tuttavia la presenza di un publication bias per gli studi pi? piccoli sulle terapie con ?-bloccanti. La metanalisi network, inoltre, evidenzia rispetto al placebo i benefici degli antibiotici nel ridurre i punteggi riguardanti sintomi totali (-9,8), dolore (-4,4), minzione (-2,8) e qualit? di vita (-1,9). La combinazione di ?-bloccanti e antibiotici determina i maggiori benefici rispetto a placebo con riduzioni dei punteggi relativi a sintomi totali (-13,8), dolore (-5,7), minzione (-3,7) e qualit? di vita (-2,8).
JAMA, 2011; 305(1):78-86
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