Doppia terapia antiaggregante, strategia tedesca

30 Mag 2011 Cardiologia

Dopo impianto di stent coronarico, la risposta dei pazienti alla doppia terapia antiaggregante con acido acetilsalicilico (Asa) e clopidogrel, spesso compromessa da un’eccessiva variabilit?, pu? migliorare in modo significativo utilizzando un approccio personalizzato “test and treat”. La strategia – messa a punto da Horst Neubauer e colleghi dell’universit? della Ruhr a Bochum (Germania) – consiste nella misurazione della funzione piastrinica 48 ore dopo l’intervento, mediante aggregometria del sangue intero; ci? permette di identificare i soggetti poco responsivi ai due antiaggreganti, per i quali si procede a un graduale innalzamento delle dosi, secondo un piano strutturato. In questo modo si elimina totalmente la scarsa risposta all’Asa e si riduce drammaticamente la bassa risposta al clopidogrel, fino a contenerla in un quota pari al 5,6% dei pazienti. Lo dimostrano i dati della sperimentazione effettuata dal team tedesco su 504 pazienti sottoposti a impianto di stent coronarico per sindrome coronarica acuta o malattia coronarica stabile; il 30,8% di questi era poco responsivo al clopidogrel, il 19,4% all’Asa e l’8,5% alla doppia terapia. Un aggiustamento da 100 a 300 mg/die dell’Asa ha portato a un trattamento efficace nel 94,6% dei soggetti poco responsivi all’Asa, mentre il restante 5,4% ha richiesto dosi da 500 mg/die. Il passaggio di clopidogrel da 75 a 150 mg/die ha portato a un trattamento efficace in circa il 69,0% dei soggetti prima poco responsivi al farmaco. Un ulteriore 12,7% ha mostrato un’adeguata aggregazione dopo switch da clopidogrel a ticlopidina.

BMC Med, 2011; 9(1):3

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