Screening del cancro del testicolo: parere sfavorevole Usa

3 Lug 2011 Oncologia

Esiste una sufficiente certezza che lo screening per il cancro del testicolo non determini benefici. ? la conclusione del documento “Screening for Testicular Cancer – Reaffirmation Recommendation Statement” stilato dall’US Preventive Services Task Force (Uspstf), e che ribadisce un concetto gi? espresso in precedenza, in occasioni di revisioni sistematiche sul tema (nel 2004 e nel 2009). In sintesi, si fa notare che nella maggior parte dei casi questo tipo di tumore ? scoperto incidentalmente dal paziente o dal partner e che non vi sono sufficienti evidenze che uno screening effettuato mediante visita medica o autoesame del paziente, metodiche di cui non sono note la sensibilit?, la specificit? e il valore predittivo positivo in soggetti asintomatici, ?determini una frequenza superiore? o una maggiore accuratezza nel riconoscimento della neoplasia a uno stadio precoce (e quindi pi? curabile). Tenendo poi conto della bassa incidenza del tumore del testicolo e degli outcome favorevoli dei trattamenti (quali orchiectomia, radio/chemioterapia, etc.) con alti tassi di sopravvivenza (circa 90%) anche in caso di malattia avanzata, risulta chiaro che i benefici dello screeening appaiano minimi o nulli. Vi sono anzi potenziali pericoli, determinati dalla comunicazione di risultati falsi positivi, dall’ansia che pu? ingenerarsi nel paziente e da possibili lesioni provocate dai test diagnostici. Quanto riportato dall’Uspstf nel documento si riferisce ai maschi asintomatici sia adulti sia adolescenti.

Ann Intern Med, 2011; 154:483-486

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