Ssri assunti dalla madre, rischio autismo per il feto

18 Ott 2011 Ginecologia

L’esposizione in utero agli antidepressivi Ssri (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) può aumentare moderatamente il rischio di disordini dello spettro autistico, in particolare se l’assunzione del farmaco da parte della madre avviene durante il primo trimestre di gravidanza. Così sostengono gli autori di una ricerca condotta in California e coordinata da Lisa A. Croen, della Divisione di ricerca della Kaiser permanente northern California di Oakland. Lo studio di popolazione, caso-controllo, ha coinvolto 298 bambini con disordini dello spettro autistico (e le loro madri) e 1.507 bambini sani (con relative madri) scelti a caso come gruppo di controllo. L’esposizione prenatale agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina è stata rilevata in 20 bambini “casi” (6,7%) e in 50 bambini “controlli” (3,3%). Nei modelli aggiustati di regressione logistica, si è scoperto che il rischio di disordini dello spettro artistico raddoppiava nel caso in cui la madre avesse assunto Ssri durante l’anno precedente il parto (odds ratio aggiustata: 2,2), in particolare durante il primo trimestre della gravidanza (odds ratio: 3,8). Nessun aumento del rischio è stato riscontrato in donne che, nonostante una storia di trattamento di malattie mentale, non avevano assunto Ssri nel corso della gravidanza. Il potenziale di rischio di tale esposizione va bilanciato con il rischio per la madre e il feto derivante da un mancato trattamento di un disordine mentale nella gestante. Arch Gen Psychiatry, 2011 July 4. [Epub ahead of print]

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