Sinoviti e osteiti nell’artrite reumatoide in remissione
Nella maggior parte dei pazienti con artrite reumatoide in remissione clinica o a basso stato di attività si ha una progressione radiografica, indicativa di processi di infiammazione subclinica (quali sinovite e osteite) identificabili nella maggior parte dei casi solo mediante Rm, tecnica maggiormente sensibile. L’accertamento di tale fenomeno può dunque spiegare la frequente progressione clinica della malattia in tali soggetti. Queste le conclusioni di una ricerca internazionale condotta da Frédérique Gandibakhch e collaboratori, basata sui dati provenienti dagli archivi di 6 coorti provenenti da 5 centri internazionali. Sono stati selezionati 213 soggetti con artrite reumatoide in remissione clinica in accordo al Disease Activity Score28C-reactive protein (Das28-Crp < 2,6) e 81 pazienti con patologia a basso livello di attività (2,6 =/< Das28-Crp < 3,2), tutti con disponibili dati di Rm, analizzati secondo il sistema del punteggio Omeract Ra Mri (Ramris). Il 70% dei pazienti studiati era di sesso femminile, con età media pari a 55 anni, durata di malatta di 2,3 anni, Das 28-Crp pari a 2,2, Sdai (Simplified disease activity index) pari a 3,9, Cdai (Clinical disease activity index) di 3,1, positività al fattore reumatoide/peptide ciclico citrullinato 57%/54%, e presenza di erosioni radiografiche nel 66%. Erano disponibili i dati Rm riguardanti il polso e l’area metacarpofalangea, rispettivamente, in 287 e in 241 pazienti. Un’attività infiammatoria si è osservata con Rm al polso o metacarpofalangea si è osservata nella maggior parte de i pazienti (sinoviti: 95%; edema ossea/osteiti: 35%). Il punteggio medio Ramris si è attestato a 6 per le sinoviti e a 0 per le osteiti. Entrambi i processi infiammatori non erano meno frequenti nei soggetti in remissione clinica (96%/35%, nell’ordine) rispetto a quelli con bassa attività di malattia (91%/36%). Si è notato invece un trend verso una minore frequenza di osteite nei soggetti con remissioni Sdai e Cdai.
J Rhematol, 2011; 38(9):2039-44
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