Linee guida italiane sulla prevenzione e gestione della malattia renale cronica dell’adulto
Il 27 gennaio 2012 saranno presentate presso l’Istituto Superiore di Sanità le Linee Guida ‘Identificazione, Prevenzione e Gestione della Malattia Renale Cronica nell’adulto’ a cura del Sistema Nazionale Linee Guida, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Società Italiana di Nefrologia, del Ministero della Salute e con la collaborazione di alcune Società Scientifiche. L’Istituto Superiore della Sanità ha promosso questa iniziativa finalizzata ad adattare le preesistenti linee guida specifiche per la Malattia Renale Cronica – prodotte nel 2008 dal National Institute of Clinical Excellence (NICE) – al contesto italiano. Per selezionare le basi conoscitive utili per la prevenzione e il trattamento della Malattia Renale Cronica (MRC) sono stati chiamati a partecipare tutti gli attori e le figure professionali coinvolte in via diretta o indiretta con la diagnosi e la cura delle malattie renali: dai metodologi dell’ISS, ai rappresenti delle varie società scientifiche a partire dalla Medicina Interna. Queste linee guida sono quindi un documento aggiornato e con una visione non esclusivamente specialistica, grazie anche al contributo di FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Internisti Ospedalieri), rappresentata da Filippo Salvati. Sulla base di una revisione sistematica della letteratura posteriore alla pubblicazione delle linee guida inglesi, con uno sforzo collegiale di aggiornamento che comprende le ultime novità della letteratura sino al luglio 2011, il panel di esperti ha deciso di focalizzare l’attenzione su 29 quesiti specifici relativi alla Malattia Renale Cronica. I quesiti coprono un vasto raggio di problemi connessi al controllo di questa patologia a livello di popolazione, problemi che vanno dalla diagnostica alla gestione territoriale da parte dei medici di famiglia. Il paziente presente nelle corsie ospedaliere è come sappiamo un paziente polipatologico. L’approccio diagnostico, clinico e terapeutico deve quindi basarsi su una visione necessariamente globale e olistica, con particolare riferimento alle comorbidità. Si registra pertanto con favore l’avvio di un percorso di interdisciplinarietà tra le varie società scientifiche nella produzione di documenti condivisi, con la consapevolezza che la Medicina Interna ospedaliera rappresentata da FADOI, sta assumendo sempre più un ruolo importante di interfaccia tra i vari attori coinvolti nella attività clinica.
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