Microalbuminuria e rigidità arteriosa

Dati epidemiologici dimostrano che esiste un’associazione tra rigidità arteriosa e microalbuminuria, indici di danno d’organo subclinico in soggetti non ipertesi e non diabetici. Questa evidenza suggerisce che un simile meccanismo fisiopatologico sia coinvolto nello sviluppo dei due biomarcatori. Sono le conclusioni di una ricerca condotta da Byung Jin Kim, della Scuola medica universitaria Sungkyunkwan di Seul (Corea del Sud), e collaboratori, su un campione di 3.826 soggetti non ipertesi non diabetici. I pazienti sono stati classificati in due gruppi, in base al rapporto albumina/creatinina nelle urine raccolte al mattino: normoalbuminuria (<30 ug/kg) e microalbuminuria (30-300 ug/mg). A tutti i partecipanti è stata inoltre misurata la velocità dell’onda di polso braccio-caviglia (baPwv). La prevalenza della preipertensione e della microalbuminuria è risultata pari a 52,5% e 4%, nell’ordine. Valori anormali sia di baPwv sia di microalbuminuria hanno determinato un profilo cardiometabolico sfavorevole. I valori assoluti di baPwv sono risultati correlati a quelli del rapporto albumina/creatinina nelle urine. All’analisi di regressione multivariata, il gruppo microalbuminuria ha mostrato, rispetto al gruppo normoalbuminurico, un’associazione indipendente di aumento di baPwv non influenzata da potenziali fattori confondenti.

J Hypertens. 2011 Nov;29(11):2091-8

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