Hiv-positivi con Tb, meno decessi se trattati presto
Tra i pazienti infettati dall’Hiv la tubercolosi (Tb) rimane un’importante causa di morte. Una delle questioni aperte riguarda la tempistica ideale dell’inizio della terapia antiretrovirale in relazione all’inizio di quella antitubercolotica. Un vasto team internazionale, coordinato da François-Xavier Blanc dell’Harvard medical school di Boston e comprendente medici cambogiani, ha condotto uno studio prospettico, randomizzato e multicentrico per rilevare gli effetti di una somministrazione precoce di antiretrovirali sulla sopravvivenza di adulti sieropositivi con difese immunitarie già molto compromesse. Lo studio, denominato Camelia, è stato effettuato tra il 2006 e il 2009 in alcuni centri ospedalieri in Cambogia, su un totale di 661 pazienti adulti Hiv-positivi non trattati in precedenza con antiretrovirali, con CD4 < 200 per mm3 e con Tb di nuova diagnosi. Dopo l’inizio della terapia standard contro la Tb, i pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato a due gruppi trattati con stavudina, lamivudina ed efavirenz. Il primo gruppo ha iniziato l’assunzione degli antiretrovirali dopo due settimane e l’altro dopo otto settimane. Al termine di un follow-up durato mediamente 25 mesi, si è verificato che la mortalità è stata inferiore nel gruppo trattato più precocemente, con 59 decessi su 332 pazienti (18%) contro i 90 decessi su 329 (27%) verificatisi nell’altro gruppo.
N Engl J Med, 2011; 365(16):1471-81
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