Strategie ipoglicemizzanti diverse, pari efficacia su cognizione
Il ricorso a una strategia intensiva di controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2, rispetto a un metodo standard, non riduce gli effetti avversi della patologia sul decadimento cognitivo e, anzi, si associa a una maggiore mortalità. È il verdetto di un sottostudio del trial Accord (Action to control cardiovascular risk in diabetes), denominato Mind (Memory in diabetes) e condotto in 52 cliniche del Nord America sotto la guida di Leonore J. Launer, dei National institutes of health (Nih) di Bethesda. I pazienti diabetici, con alti valori di HbA1c (>7,5%) e un elevato rischio di eventi cardiovascolari, sono stati randomizzati a ricevere un controllo glicemico intensivo, mirato a ridurre l’HbA1c a livelli inferiori a 6,0%, oppure a una strategia standard con valori target di HbA1c tra 7.0% e 7,9%. L’outcome primario cognitivo, costituito dal punteggio al Digit symbol substitution test (Dsst), è stato rilevato al basale, al 20° e al 40° mese. L’outcome primario strutturale, rappresentato dal volume cerebrale totale (Tbv), è stato valutato mediante Rm alla baseline e al 40° mese in un sottogruppo di pazienti. In tutto sono stati arruolati 2.977 soggetti consecutivi (età media: 62,5 anni). L’analisi sull’aspetto cognitivo è stata condotta su 1.378 pazienti assegnati al trattamento ipoglicemizzante intensivo e 1.416 sottoposti al trattamento standard, mentre lo studio dei dati di Rm è stato effettuato su 230 soggetti in terapia intensiva e su 273 in trattamento standard. Non si è rilevata alcuna significativa differenza tra i due gruppi di trattamento in relazione al punteggio Dsst a 40 mesi, mentre i pazienti sottoposti a terapia intensiva hanno evidenziato, rispetto al gruppo standard, un valore medio superiore di volume cerebrale totale (Tbv), ovvero un grado inferiore di atrofia cerebrale. Nonostante quest’ultimo dato favorevole, commentano gli autori alla luce degli altri risultati, la terapia intensiva ipoglicemizzante non è da raccomandare per ridurre gli effetti del diabete sul cervello.
Lancet Neurol. 2011 Sep 27. [Epub ahead of print]
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