L’esperto: naturale non significa sicuro. Ci vuole il medico

Occhio a tutto ciò che è naturale: è acquistabile facilmente dai pazienti, scevri però di nozioni su possibili interazioni con farmaci. A puntare l’attenzione su questo aspetto è Alessandro Nobili a capo del Laboratorio valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l’anziano – dipartimento di Neuroscienze – dell’Istituto Mario Negri, nel corso di una tavola rotonda organizzata nei giorni scorsi a Milano dalla Mniaa (Mario Negri institute alumni association). «Integratori alimentari, farmaci a base di estratti vegetali, fitoterapici, miscele erboristiche, indipendentemente dalla categoria merceologica cui appartengono» ha spiegato Nobili «sono comunque prodotti dotati di una certa attività e, quasi sempre, acquistabili senza la prescrizione del medico». La pericolosità non è necessariamente intrinseca, ma può nascere proprio «dall’autogestione che ne fa il paziente» ha continuato l’esperto «senza informarne il proprio medico, associandoli a terapie farmacologiche, ignorando la possibilità di interazioni negative o reazioni avverse». Tra le segnalazioni più recenti, per esempio, l’Iperico: come induttore degli enzimi epatici riduce l’efficacia di ciclosporina e contraccettivi orali, o peggiora per effetto additivo gli effetti avversi di alcuni antidepressivi. Il Ginkgo biloba può dare emorragie perché agisce in sinergia con i farmaci antiaggreganti, mentre la Liquirizia potenzia la tossicità della digossina perché riduce i livelli di potassio nel sangue. «Sembra anche» ha aggiunto Nobili «che Ginseng, Ginkgo biloba o aglio, assunti nel periodo pre-operatorio possono aumentare il rischio di emorragie in corso d’interventi chirurgici; mentre valeriana e altri sedativi potrebbero potenziare l’azione degli anestetici». Per migliorare le conoscenze e l’uso di questi prodotti, il Centro nazionale di epidemiologia e sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato dal 2002 un sistema di raccolta delle segnalazioni di reazioni avverse da prodotti di origine naturale. «È importante» ha sottolineato l’esperto «che tutti, medici, farmacisti e cittadini diano il loro contributo alla fitosorveglianza».

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