Età, sesso, etnia non riducono effetto ezetimibe sulle statine

Nei soggetti a rischio cardiovascolare (Cv) elevato o moderatamente alto, ezetimibe, in aggiunta ad atorvastatina, determina una riduzione più spiccata di colesterolemia-Ldl rispetto al raddoppio della dose di atorvastatina. Tale effetto non viene influenzato dall’età, dal sesso e dall’etnia del paziente. Pertanto la cosomministrazione di ezetimibe con statine appare un’utile opzione terapeutica per il trattamento della dislipidemia in differenti popolazioni di pazienti. È la conclusione di un’analisi post hoc – effettuata da Harold E. Bays del Louisville Metabolic and Atherosclerosis Research Center (Usa), e collaboratori –  di due trial multicentrici della durata di 6 settimane, in doppio cieco, randomizzati e a gruppi paralleli che ha confrontato, in pazienti ipercolesterolemici con rischio Cv, gli effetti di età (<65 anni e =/>65 anni), sesso ed etnia sulla combinazione atorvastatina più ezetimibe rispetto all’incremento del dosaggio dell’atorvastatina. In dettaglio, i soggetti a elevato rischio Cv con livelli di colesterolemia-Ldl =/>70 mg/dL durante una terapia stabile con atorvastatina 40 mg sono stati randomizzati ad atorvastatina 40 mg più ezetimibe 10 mg, oppure ad aumento del dosaggio di atorvastatina fino a 80 mg. I pazienti a rischio cardiovascolare moderatamente alto con livelli di colesterolemia-Ldl  =/>100 mg/dL in terapia con atorvastatina 20 mg sono stati randomizzati ad atorvastatina 20 mg più ezetimibe oppure atorvastatina 40 mg. Per quanto si siano registrate alcune variabilità, i sottogruppi identificati per età, sesso ed etnia non sono risultati sostanzialmente differenti dall’intera popolazione in relazione alle modificazioni del profilo lipidico. Ezetimibe più atorvastatina ha prodotto riduzioni percentuali di colesterolemia-Ldl, colesterolemia totale, trigliceridemia, colsterolemia-non Hdl e apolipoproteinemia B superiori rispetto all’aumento del dosaggio di atorvastatina in tutti i sottogruppi. I cambiamenti di colesterolemia-Hdl e apolipoproteina AI sono stati piccoli e variabili.

Int J Cardiol, 2011; 153(2):141-7

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