Biomarker urinari per diagnosi di danno renale acuto
Una serie di molecole proposte recentemente come biomarker urinari di danno renale intrinseco acuto consentono di effettuare affidabili stratificazioni prospettiche diagnostiche e prognostiche in fase di triage nei dipartimenti di emergenza. La loro validazione è stata compiuta mediante uno studio di coorte prospettico multicentrico da Thomas L. Nickolas, della Columbia University di New York (Usa) e collaboratori. In 1.635 pazienti non selezionati, al momento dell’ammissione nel dipartimento di emergenza, sono stati misurati 5 biomarcatori urinari: lipocalina associata alla gelatinasi neutrofila urinaria (Ngal), molecola-1 di danno renale (Kim-1), proteina urinaria legante gli acidi grassi di tipo epatico, interleuchina-18 urinaria, cistatina-C. Tutti i biomarcatori sono risultati elevati in caso di danno renale acuto intrinseco, ma la Ngal si è dimostrata la più utile (con l’81% di specificità e il 68% di sensibilità al cutoff di 104 ng/ml) e la piùpredittiva in termini di gravità e durata della lesione renale. A sua volta il danno intrinseco renale si è rivelato fortemente associato ad outcome avverso intraospedaliero. La Ngal e la Kim-1 si sono inoltre rivelate efficaci nel predire un outcome composto da inizio della dialisi o morte durante il ricovero, ed entrambi i biomarcatori hanno migliorato la riclassificazione netta del rischio rispetto alle valutazioni convenzionali. Questi marker, infine, hanno identificato una significativa sottopopolazione caratterizzata da bassi livelli sierici di creatinina al momento del ricovero, ma che erano a rischio di eventi avversi.
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