Malattia renale, nuove linee guida per medico di famiglia
Il medico di famiglia sarà sempre più coinvolto in prima linea nella diagnosi precoce della malattia renale cronica, grazie alle nuove Linee guida proposte venerdì a Roma dalla Società Italiana di Nefrologia (Sin), realizzate grazie alla collaborazione di 13 Società scientifiche coordinate dall’Istituto superiore di sanità. «La diagnosi precoce» spiega Rosanna Coppo, Presidente Sin «può infatti ridurre l’evoluzione alla dialisi e il coinvolgimento cardio-vascolare, ma può addirittura arrestare del tutto situazioni iniziali di danno renale e lo sviluppo della malattia renale cronica progressiva». Infatti, come precisa Coppo, si fa riferimento a particolari «esami come quello delle urine e della creatininemia, che sono esami semplici, specifici e poco costosi, ma che danno inizio, se alterati, a una diagnostica ben standardizzata ed efficace». Il documento della Sin costituisce il primo documento tutto italiano a disposizione dello specialista, ma anche del medico di famiglia che avrà così uno strumento pratico aggiuntivo e aggiornato. «Proprio dal medico di famiglia, in particolare, dipende sempre più» per la Sin «l’identificazione precoce della malattia, per evitare o almeno ritardare la dialisi, ma anche la scelta dell’iter diagnostico per pazienti a rischio». Le linee, organizzate in 29 punti, sono state elaborate da un panel multidisciplinare sulla base di prove di efficacia di oltre 1.000 studi scientifici. «Oltre a consentire una gestione più appropriata della malattia renale cronica» afferma Alfonso Mele dell’Istituto Superiore di sanità «saranno uno strumento utile a favorire una pratica clinica più uniforme ed una gestione più razionale delle risorse economiche».
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