San Raffaele: Ior e Malacalza fuori, vince Rotelli
Ior e Malacalza non hanno presentato un’offerta dai notai Chiodi e Daelli entro il termine della gara per il San Raffaele, rinunciando così a rilanciare a 405 milioni di euro, cifra messa sul piatto da Giuseppe Rotelli. Quest’ultimo si aggiudica così il gruppo ospedaliero fondato da don Luigi Verzé. Si chiude in questo modo la vicenda cominciata nel febbraio del 2011 quando è esplosa la crisi finanziaria della Fondazione Monte Tabor, di cui don Verzé (scomparso il 31 dicembre scorso all’età di 91 anni) era presidente con poteri amministrativi. La crisi è dovuta a un indebitamento insostenibile: oltre all’esposizione verso le banche per circa 300 milioni, con l’ipoteca di tutti gli immobili, risulta un debito verso i fornitori dell’ordine di 500-600 milioni; il totale del debito, secondo alcune stime, supera il miliardo. La crisi peggiora con il passare dei mesi: i creditori chiedono decreti ingiuntivi per decine di milioni, visto anche il deficit di 60 milioni nel conto economico 2010. Il 23 marzo la Fondazione chiede e riceve dal consulente esterno Borghesi Colombo & Associati la formulazione di un “piano di risanamento”, secondo il quale le banche forniscono ulteriori prestiti per almeno 150 milioni, mentre gli asset aziendali vengono suddivisi in core (ospedale, ricerca e didattica) e non core come un albergo in Sardegna, piantagioni ortofrutticole in Brasile, una società neozelandese proprietaria di un aeromobile. L’accettazione del piano da parte delle banche è però condizionata dal ricambio dei vertici operativi. A giugno: la Fondazione avvia la ricerca di un partner economico forte. Si mostra interessata a intervenire anche la Santa Sede, tramite l’intermediazione di Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Il 30 giugno il Cda della Fondazione sceglie di affidarsi al Vaticano che pochi giorni dopo insedia il nuovo consiglio di amministrazione, in cui la Santa Sede detiene la maggioranza dei posti (Profiti insieme con il presidente di Ior Ettore Gotti Tedeschi, l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick e l’imprenditore Vittorio Malacalza); del vecchio consiglio, rimane soltanto don Verzé. Il 15 settembre: la Procura di Milano valuta di chiedere il fallimento del San Raffaele. La bozza del piano di salvataggio da 250 milioni, targato Ior e Vittorio Malacalza, non sembra convincere i Pm Luigi Orsi e Laura Pedio, che, al termine di un incontro con i consulenti della Fondazione davanti al presidente del Tribunale fallimentare, Filippo Lamanna, manifestano l’intenzione di chiedere che venga accertata l’insolvenza dell’ente fondato da Don Luigi Verzè. Il 29 settembre: presentazione dell’istanza fallimentare per la Fondazione, con un’udienza fissata per il 12 ottobre. Il 31 dicembre si chiude l’asta per rilevare l’ospedale con la presentazione di una sola offerta, quella di Giuseppe Rotelli per 305 milioni, rilanciata a inizio gennaio a quota 405 milioni. Il finale è noto: vince Rotelli con 405 milioni e l’accollo di altri 320 di debiti.
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