Ph vaginale condiziona infezione Hpv

È possibile che esista una associazione tra le modificazioni del pH vaginale correlate all’età e il grado di infezione da Papillomavirus umano (Hpv) e che, in particolare, alterazioni del microambiente cervicale modifichino il comportamento dell’Hpv nello sviluppo di lesioni precancerose e del cancro della cervice uterina. È quanto sembrerebbero indicare i dati di un ampio studio di popolazione condotto a Guanacaste (Costa Rica) su 9.165 donne (età: 18-97 anni) per un totale di 28,915 visite e un follow-up medio di 3,4 anni da un’equipe guidata da Megan A. Clarke, dei National institutes of health di Bethesda (Usa). Nelle partecipanti si è valutato il rapporto tra pH vaginale, eventuali infezioni da Hpv e lesioni intraepiteliali squamose a basso grado, Lsil (manifestazioni citomorfiche dell’infezione dal Hpv) e infezioni da C. trachomatis. Il rilievo dell’Hpv è apparso positivamente associato con il pH vaginale, soprattutto nelle donne di età inferiore ai 35 anni. Un elevato pH vaginale è risultato associato a un rischio aumentato del 30% di infezione con sierotipi multipli di Hpv e di Lsil, in modo predominante nelle donne di età inferiore ai 35 anni o superiore ai 65. Il riscontro di Dna di C. trachomatis si è associato a un incremento del pH vaginale nelle donne di età inferiore a 25 anni. La ricerca in futuro, concludono gli autori, dovrebbe comprendere studi sul pH vaginale nell’ambito di una più complessa valutazione di come modificazioni ormonali e del microbioma cervicovaginale siano in relazione alla storia naturale della neoplasia cervicale.

BMC Infect Dis, 2012; 12(1):33

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