Il vaccino per l’epatite C: i progressi di un valido programma sperimentale
Finalmente si intravvede una promettente prospettiva per la realizzazione di un vaccino per l’epatite da HCV, atteso da lungo tempo. Infatti un gruppo di ricercatori, di cui fa parte una numerosa rappresentanza italiana, ha selezionato tra i numerosi ceppi (più di 1.000) degli adenovirus degli scimpanzé alcuni ceppi rari che – a differenza di altri già noti (in particolare l’Ad5) e rivelatisi di scarsa utilità per la preparazione di vaccini – possono comportarsi anche nell’uomo come vettori di antigeni di diversi agenti d’infezione senza che il loro potenziale immunogenetico sia neutralizzato da preesistenti anticorpi: ciò avviene perché insieme alla reazione immunitaria umorale anticorpale viene indotta anche quella cellulare basata sui linfociti T. Tra i nuovi vaccini, la cui produzione può essere consentita con l’impiego di questi vettori, rientra anche quello per la prevenzione dell’epatite da HCV, preparato dal medesimo gruppo di ricercatori con la realizzazione in volontari sani del primo studio clinico di fase 1. I virus utilizzati per il trasferimento nei linfociti umani delle proteine NS di HCV genotipo 1 B erano adenovirus ricombinanti del ceppo umano 6 (Ad6) e del ceppo dello scimpanzé 3 (Ad3). La protezione si è estesa a ceppi eterologhi di HCV, quali i genotipi 1 A e 3 A e si è realizzata attraverso l’induzione di una risposta da parte delle cellule T CD4+ e CD8+; si è ottenuta una secrezione di IFN-gamma, TNFalfa, MIP1beta ed interleuchina-2, associata a fenomeni di degranulazione cellulare. I risultati dello studio consentono di chiarire altri importanti interrogativi
- la risposta appare sufficiente ad assicurare la protezione contro l’infezione da HCV per oltre un anno, indicando una persistenza a lungo termine della memoria immunologica
- la risposta immunologica difensiva si estende ad un ampio spettro di antigeni virali, costituendo un importante meccanismo di limitazione dell’escape virale, anche per un agente che è caratterizzato da numerosi genotipi e sottotipi
- la risposta difensiva appare correlata in maggior misura ai linfociti T CD4+ ed è comparabile a quella indotta dall’infezione naturale.
Naturalmente – lo affermano gli autori della sperimentazione – sono necessari ulteriori studi clinici per confermare l’azione protettiva (e far ipotizzare anche quella terapeutica?) verso l’infezione da HCV; ma vi sono fondati elementi di giudizio che consentono di affermare che è stato intrapreso un percorso sperimentale corretto e verosimilmente fattivo.
Colloca S et al. Vaccine Vectors Derived from a Large Collection of Simian Adenoviruses Induce potent Cellular Immunity Across Multiple Species. Sci Transl Med 2012; 4: 115ra2
Barnes E et al. Novel Adenovirus-Based Vaccines Induce Broad and Sustained T cell Response to HCV in Man. Sci Transl Med 2012; 4: 115ra1
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