Ipertensione arteriosa e scarsa compliance alla terapia: uno studio randomizzato
La scarsa aderenza alla terapia è una delle maggiori cause di insuccesso nel trattamento dell’ipertensione arteriosa: ci sono dei dati in letteratura che indicano come i pazienti ipertesi assumano solo il 53-70% dei farmaci loro prescritti. Uno studio inglese (eseguito però in Giordania) si è posto l’obiettivo di stabilire, in pazienti ipertesi non complianti, l’efficacia di un programma finalizzato ad ottenere una stretta aderenza alla terapia confrontato con una gestione usuale del paziente iperteso. Sono stati identificati 181 soggetti non complianti, 45 dei quali (gli irriducibili) rifiutarono di partecipare; dei rimanenti 136, la metà (68), randomizzati in singolo cieco, ricevettero le indicazioni terapeutiche ma gli altri 68, in aggiunta alle indicazioni terapeutiche, vennero inclusi in un programma di educazione. In estrema sintesi, il programma di educazione consisteva in 7 sessioni di educazione sanitaria di 20 minuti per un periodo di 7 settimane. La pressione basale media era di 164,5 mmHg (SD 10.0). L’endpoint principale era la pressione arteriosa sistolica (PAS) a 11 settimane, l’endpoint secondario la pressione arteriosa diastolica (PAD). I risultati, sebbene lo studio sia di piccole dimensioni, non lasciano adito a dubbi: l’aderenza alla terapia è aumentata del 37% ma, quello che più conta, la PAS si è ridotta di 23,1 mm Hg (95% CI -25.85, -20.36), e la PAD di 15,2 mm Hg (95% CI -17.55, -12.80). Non si sono verificati effetti avversi di rilievo. In conclusione, lo studio ci offre una conferma in più a quanto già sapevamo: un programma di educazione per migliorare l’aderenza alla terapia, oltre ad ottenere effettivamente una migliore aderenza, determina un’importante riduzione della pressione arteriosa, e con essa, naturalmente, un minore rischio cardiovascolare.
Alhalaiqa F et al. Journal of Human Hypertension 2012; 26: 117-126
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