Ruolo delle ‘piccole’ riviste medico-scientifiche: l’esperienza della Croazia

In una recente riflessione sulle funzioni che una rivista medico-scientifica può svolgere, Richard Smith – in passato ‘editor in chief’ del British Medical Journal – si pone la domanda se un giornale medico sia in grado di promuovere cambiamenti all’interno della comunità medica o della società nel suo insieme, o soltanto seguirli. La risposta che si dà a questo quesito è che una rivista medico-scientifica solo in limitati casi è in grado iniziare un cambiamento che diversamente non sarebbe avvenuto, ma ciò può capitare specialmente se più giornali medici si coordinano nelle loro pubblicazioni.

Ma le riviste medico-scientifiche più piccole possono indurre cambiamenti al di fuori del loro limitato contesto, per esempio nella comunità medica a cui si rivolgono o nella società nel suo complesso? Un esempio concreto di questa possibilità viene da una ‘piccola’ rivista medico-scientifica pubblicata in un Paese assai vicino al nostro, la Croazia. Il Croatian Medical Journal (CMJ) ha iniziato le sue pubblicazioni circa 20 anni fa durante la recente guerra nei Balcani, con la finalità di collegare i medici croati alla comunità scientifica internazionale. Certamente un giornale medico non è in grado di modificare l’andamento di una guerra, ma può contribuire allo sviluppo della pace e della giustizia sociale, attraverso la promozione della salute ed il miglioramento della organizzazione sanitaria. Ma sicuramente una ‘piccola’ rivista medico-scientifica può rappresentare una opportunità per presentare alla comunità scientifica internazionale una ricerca di buona qualità svolta in un contesto geografico di limitate dimensioni. L’obiettivo principale non è tanto quello di ottenere in un breve periodo un alto impact factor (l’impact factor del CMJ è di 1.455, che si posiziona nella metà superiore dei giornali medici di questa categoria), ma piuttosto di seguire le migliori regole e metodologie adottate nelle pubblicazioni scientifiche; in particolare, eccellenza e trasparenza della ricerca clinica fonte dei dati pubblicati, capacità di scrivere con chiarezza i contributi scientifici. Alcuni di questi temi sono affrontati da Ana e Matko Marusic – del Dipartimento della Ricerca in Biomedicina e Salute dell’Università di Spalato – Croazia, in un loro recente contributo pubblicato su Lancet. Le loro considerazioni possono costituire una fonte di riflessione sui compiti che una Società Scientifica (e di conseguenza una rivista scientifica, suo organo ufficiale) dovrebbe svolgere. In particolare

  • richiesta ai ricercatori di registrare sempre i loro studi, specie prima di presentare i dati raccolti in un articolo da pubblicare
  • promozione della Evidence-Based Medicine attraverso revisioni sistematiche della letteratura, utili per indirizzare in modo corretto la pratica clinica corrente
  • promozione della cultura della trasparenza nella ricerca clinica e nella presentazione dei contributi scientifici, attraverso la creazione di un insieme di regole etiche
  • controllo obbligatorio (mediante ‘CrossCheck’) per tutti gli articoli proposti per la pubblicazione di eventuali somiglianze o forme di plagio rispetto a precedenti lavori pubblicati in altre riviste
  • attivazione di corsi di formazione dedicati non solo a saper svolgere ricerche cliniche, ma anche a saper scrivere al meglio un articolo (non di rado può capitare che dati di notevole interesse vengono presentati con scarsa chiarezza); quindi, non solo corsi sulla metodologia della ricerca clinica, ma anche su come si scrive un articolo
  • attivazione di corsi di formazione per lo sviluppo del ragionamento critico quale base per la ricerca clinica, per la presentazione di contributi scientifici, e ovviamente per la pratica medica quotidiana. 

Marusic Ana and Marusic Matko. Can small journals provide leadership? Lancet 2012; 379: 1361-1363

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