Sartani e rischio tumori: nessun legame confermato
L’utilizzo degli antagonisti del recettore dell’angiotensina non è associato a un aumento del rischio complessivo di tumori. Si nota solo un lieve aumento di rischio per il cancro della mammella e della prostata, ma la mancata correlazione con la durata del trattamento non rende possibile l’esclusione di spiegazioni non causali. È l’esito di una ricerca condotta utilizzando i database delle prescrizioni effettuate dalla medicina primaria inglese – sotto la supervisione di Krishnan Bhaskaran della London school of hygiene and tropical medicine – su 377.649 nuovi utilizzatori di sartani oppure di Ace-inibitori con almeno un anno iniziale di trattamento, messi a confronto tra loro. Il follow-up è stato concluso dopo una media di 4,6 anni a partire dall’inizio del trattamento; si sono osservati 20.203 casi di cancro. Non si è rilevata alcuna evidenza di aumento globale di rischio di malattia neoplastica tra i soggetti mai esposti ai sartani (hazard ratio, Hr: 1,03). Per alcune forme specifiche di cancro, si è rilevata qualche prova di un rischio maggiore; è il caso del cancro mammario (Hr: 1,11) e prostatico (Hr: 1,10); valori di rapporto di rischio che, in termini assoluti, corrispondevano a una stima di 0,5 e 1,1 casi in più, rispettivamente, per 1.000 persone/anno di follow-up tra quanti presentavano la più alta linea basale di rischio. Una maggiore durata del trattamento non è sembrata associarsi a un rischio più elevato. Si è avuto invece un minore rischio di cancro polmonare, e non si è rilevato alcun effetto sul cancro del colon.
BMJ, 2012; 344:e2697
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