Cancro alla prostata, Psa sconsigliato da esperti Usa

4 Ago 2012 Urologia

Lo Us Preventive Services Task Force ha ufficialmente bocciato il test del Psa per lo screening del cancro della prostata, come esame di routine negli uomini sani di mezza età. Una raccomandazione, destinata a sollevare polemiche, determinata, dicono le conclusioni della task force governativa statunitense, «dalle scarse evidenze che i benefici siano superiori ai rischi». Viene così esteso un provvedimento già preso per gli uomini di età superiore ai 75 anni. L’unica concessione riguarda casi individuali, laddove il clinico, riconosciuta l’evidenza, possa applicare la decisione del test al singolo paziente. La raccomandazione restrittiva ha suscitato l’immediata replica dell’American Urological Association che si è detta «oltraggiata» dal parere. «Gli uomini che sono in buona salute» aggiungono gli urologi statunitensi «e hanno più di 10-15 anni di aspettativa di vita dovrebbero poter scegliere di fare il test e non essere scoraggiati». E in Italia? «La scelta assolutista è criticabile» secondo Riccardo Valdagni, Direttore del Programma Prostata dell’Istituto dei Tumori di Milano, «se è vero che il Psa non può essere adottato come screening di popolazione a livello nazionale, lo stesso discorso non può essere trasferito in modo indiscutibile sul singolo. E questo» secondo Valdagni «vale fino a che non ci saranno conclusioni definitive in questo senso prodotte dai 3 studi randomizzati in corso». Il rischio, spiega il vicepresidente Siuro, è la sovradiagnosi e il conseguente eccesso di terapia «ma al paziente con una buona aspettativa di vita che desiderasse sottoporsi al test, se adeguatamente informato sui rischi, il test non va negato» conclude.

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