Azitromicina e rischio di aritmie
Molti macrolidi hanno effetti proaritmici, per cui vengono associati al rischio di morte improvvisa. Per contro l’azitromicina viene generalmente considerata come poco o punto cardiotossica, ma recenti reports riferiscono che anch’essa può avere un carattere proaritmico ed aumentare perciò il rischio di morte cardiovascolare e di morte improvvisa. Per chiarire questo problema, sul NEJM è stata recentemente pubblicata un’analisi retrospettiva su pazienti che hanno utilizzato azitromicina ed altri antibiotici. Secondo le conclusioni dello studio i pazienti che durante 5 giorni di terapia utilizzavano azitromicina, rispetto a quelli che non assumevano antibiotici, andavano incontro
- ad un significativo aumento della morte cardiovascolare (HR 2.88; p < 0.001)
- ad un aumento della mortalità totale (HR 1.85; p = 0.002).
Simili risultati si sono avuti confrontando l’azitromicina con l’amoxicillina: si sono stimate 47 morti cardiovascolari in più per milione di cicli di terapia e i pazienti più a rischio erano quelli che in condizioni basali erano già compromessi, con 245 morti stimate in più per milione di cicli terapeutici.
Anche nei confronti della ciprofloxacina il rischio è risultato maggiore, ma non nei confronti della levofloxacina. Bisogna chiarire che il rischio non persiste dopo la cessazione della terapia, perché le concentrazioni seriche di azitromicina calano molto rapidamente, nonostante rimangano alte nei tessuti ancora per molti giorni. In conclusione, durante 5 giorni di terapia con azitromicina si è verificato un piccolo aumento del rischio assoluto di morti cardiovascolari: questo rispetto alla terapia senza antibiotici, ma anche nei confronti della terapia con amoxicillina, ed è risultato particolarmente elevato nei pazienti già ad alto rischio cardiovascolare in condizioni basali.
Ray WA et al. N Engl J Med 2012;366:1881-90
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