Fruttosio e ipertensione: si, no, forse
Nel ratto l’aumenta; nel cane non fa niente; nell’uomo non si sa. Ci riferiamo all’effetto del fruttosio sulla pressione (PA), per alcuni responsabile di un suo innalzamento, per altri assolutamente no, ma per tutti qualcosa vorrà dire se nell’ultimo secolo la PA è aumentata di pari passo con l’aumento dell’introito alimentare di zuccheri semplici. È colpa del fruttosio o di tutti gli idrati di carbonio? Le linee guida internazionali non si esprimono. Un gruppo canadese ha voluto vederci chiaro ed ha eseguito a tale proposito una revisione sistematica ed una metanalisi sugli effetti del fruttosio – a parità di calorie – con altri carboidrati sulla pressione sistolica (PAS), diastolica (PAD) e media (PAM) nell’uomo. Sono stati selezionati 13 trials in cui la sostituzione con fruttosio veniva effettuata in modo isocalorico (352 soggetti) e 2 (24 soggetti) in cui veniva effettuata in modo ipercalorico. Nel complesso, scambiando il fruttosio con altri carboidrati in modo isocalorico si è ridotta significativamente la PAD e la PAM, mentre non c’è stata significativa riduzione nella PAS. Neanche l’introito di fruttosio in modo ipercalorico ha determinato variazioni della PA rispetto ad altri carboidrati. Sembrerebbe dunque dimostrata l’innocenza del fruttosio, ma sono necessari ulteriori trial disegnati ad hoc, anche in rapporto all’acido urico che è stato chiamato in causa come possibile mediatore degli effetti del fruttosio sulla PA.
Ha V. Effect of Fructose on Blood Pressure: A Systematic Review and Meta-Analysis of Controlled Feeding Trials. Hypertension 2012;59:787-795
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