Withe-Coat Hypertension in soggetti anziani con ipertensione sistolica isolata
L’ipertensione sistolica isolata (ISI) nelle persone più anziane è stata associata con un’alta prevalenza di Withe-Coat Hypertension (WCH) diagnosticata con la rilevazione dinamica (ABPM), ma il significato in termini di rischio cardiovascolare (cv) rimane controverso. In linea di massima si ritiene che l’ISI-WCH non sia pericolosa, però in realtà gli studi sono piccoli, di breve durata, spesso non randomizzati e il confronto con la popolazione normale non tiene conto, per esempio, dell’ipertensione mascherata. Una recente metanalisi pubblicata su Hypertension ha utilizzato i dati del “International Database on Ambulatory Blood Pressure Monitoring in Relation to Cardiovascular Outcomes (IDACO) Study,” che include un ampio numero di soggetti, di 11 paesi, residenti in comunità, con protocolli standardizzati per la monitorizzazione della PA dinamica e convenzionale. Dei 7.295 soggetti studiati, in 1.953 è stata riscontrata ISI con le misurazioni convenzionali, ed è stato eseguita l’ABPM: questi soggetti, in maggioranza senza trattamento all’inizio dello studio, sono stati seguiti in un follow up mediano di più di 10 anni per eventi cardiovascolari. Nel complesso si sono verificati 655 eventi fatali e non fatali. Tra i soggetti che nel follow up non sono stati trattati, quelli con ISI-WCH e quelli con pressione normale alla rilevazione convenzionale avevano un rischio simile. Tra i soggetti con ISI-WCH trattati il rischio cardiovascolare era simile a quello dei soggetti con pressione normalizzata, ma entrambi avevano un rischio almeno doppio rispetto a quelli normali del gruppo non trattato (P<0.0001). Cosa significa? I soggetti che hanno una PA normalizzata dalla terapia, sia che abbiano un residuo effetto WCH, sia che non ce l’abbiano, hanno un rischio minore rispetto a quelli con ipertensione sostenuta o mascherata, ma ben maggiore rispetto a quelli normotesi o con WCH non trattati (fig 2). I motivi sono molteplici, ma in particolare i soggetti trattati sono in genere più gravi. Comunque per i soggetti con WCH trattati e normalizzati gli AA propongono il termine “ipertensione trattata normalizzata” piuttosto che il termine in uso “WCH trattata”.
Franklin SS et al. Hypertension 2012; 59: 564-571
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