Epatite da trasfusione, maxi risarcimento agli eredi
Il tribunale di Palermo ha condannato il ministero della Salute a risarcire il danno di 1.438.365 euro nei confronti degli eredi di una donna agrigentina che in seguito a trasfusione, praticatale nel 1988 in un ospedale di Firenze, contrasse il virus dell’epatite C, successivamente evolutosi in tumore al fegato che ne ha determinato la morte a soli 50 anni. Le due figlie della donna, rappresentate dai legali Angelo Farruggia ed Annalisa Russello del foro di Agrigento, hanno intrapreso una causa civile contro il ministero della Salute, ritenuto responsabile di non avere adeguatamente assolto il compito di vigilare sulla raccolta e sulla distribuzione del sangue e degli emoderivati da destinare alle trasfusioni.
Il ministero, assistito dall’Avvocatura dello Stato, si e’ difeso – secondo quanto viene reso noto dagli avvocati Farruggia e Russello – sostenendo che in capo al ministero non poteva riconoscersi alcuna colpa, visto che all’epoca della trasfusione il virus dell’Epatite C non era stato ancora classificato. Il tribunale di Palermo, accogliendo la diversa tesi sostenuta dai legali dei danneggiati, ha, invece, condannato il ministero della Salute. Farruggia, nel commentare la sentenza ed esprimere la sua soddisfazione per il risultato conseguito, evidenzia che ”in Italia si contano almeno 1.600.000 contagiati da HCV e il costo in termini di vite umane per le cirrosi da HBV o HCV e le sue complicanze, e’ di circa 12 mila persone all’anno, con un incidenza della infezione molto piu’ elevata al Sud. Si tratta, dunque, – conclude – di un’epidemia silenziosa che spesso, dopo avere inflitto gravi afflizioni in vita, conduce alla morte”.
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